LA GUERRA DI NATALE: PIU’ ARMI ALL’UCRAINA NELLA SFIDA USA ALLA RUSSIA

DI ENNIO REMONDINO

 

 

L’America assicura la difesa aerea con i Patriot, facendo dell’Ucraina una piccola superpotenza armata nel cuore del nostro continente, mentre Biden e Zelensky fanno finta di pensarla allo stesso modo, uno a prendere e uno a dare, ma senza decidere sin dove voler e poter arrivare. Il Congresso applaude, dona, ma dal 3 gennaio cambia maggioranza e forse disponibilità.
Biden a Zelensky: «Non sarete soli. Vogliamo una pace giusta». Zelensky a un giornalista: «Non so cosa sia la pace giusta. Per me, come presidente, significa: nessun compromesso sulla libertà, la sovranità e l’integrità territoriale del mio Paese».

Soft power Usa tra batterie terra-aria e copertura mediatica

Zelensky in mimetica alla Casa Bianca per prendere i Patriot, la notizia del giorno in dieci parole. Obiettivo politico Usa rivolto a Mosca: togliere ogni dubbio sul sostegno alla causa ucraina. Obiettivo politico interno Usa: tutte quelle armi sono miliardi ben spesi che ritorneranno nei nuovi equilibri internazionali che stiamo disegnando. Obiettivo politico ucraina, nonostante il gelo, possiamo ancora resistere e forse, persino sconfiggere il mostro militare russo arrugginito. Apparato di sicurezza, accoglienza, dichiarazioni, incontri e copertura mediatica per un incontro senza sorprese ad esibire una stretta di mano già avvenuta, su un accordo già preso, quello sull’ulteriore aiuto militare Usa all’Ucraina.

La questione che resta aperta e ancora irrisolta non è per ora il quanto in armi e soldi, anche se inizia a pesare anche per la ricca America, ma il dove cercare di arrivare senza una guerra nucleare.

La cronaca con attenzione ai dettagli

Il racconto costretto a partire dalla fine. Zelensky al Congresso Usa prima del ritorno a casa: «L’Ucraina è viva e combatte, non ci arrenderemo mai. E questo anche grazie al sostegno essenziale degli Stati Uniti: voglio ringraziare gli americani e dire loro che gli aiuti concessi a Kiev non sono beneficienza ma un investimento nella sicurezza globale e nella democrazia». Standing ovation e applausi a scena aperta. «E’ troppo per me», dice l’esperto attore ringraziando i senatori repubblicani e democratici, la Speaker della camera Nancy Pelosi e la vicepresidente Kamala Harris. «Il prossimo anno sarà critico», ammette Zelensky con il Congresso. E qui, dal comunicatore demagogo si passa all’accorto politico: «Potete velocizzare la nostra vittoria», aggiunge riferendosi indirettamente agli aiuti che sono in corso di valutazione e che incontrano lo scetticismo di alcuni repubblicani.

La Russia “Stato terrorista”

Il presidente ucraino parla della Russia come uno “stato terrorista”, quindi nemico diretto della stessa America. «La vittoria dell’Ucraina sarà anche la vittoria dell’America», osserva menzionando la sua proposta di una formula di pace già presentata al G20. «Fra pochi giorni è Natale. In Ucraina lo celebreremo anche a lume di candela, e non per romanticismo. Non abbiamo l’elettricità e molti non hanno l’acqua. Ma non ci lamentiamo. La luce della nostra fede illuminerà il Natale», osserva Zelensky ribadendo che quello che milioni di ucraini si augurano in questo momento è «la vittoria, solo la vittoria».

Vittoria quanto e come? Crimea e Donbass compresi?

ll non detto che divide di fatto Washington da Kiev, ma ieri non era il momento. Anche se tutti i presenti sapevano che fra le fila repubblicane ci sono delle obiezioni. Uno scetticismo che si è contrapposto all’appello di Zelensky per più aiuti per combattere la Russia in prima linea. Terminata la sua visita a Washington, non è escluso che il presidente ucraino possa prossimamente visitare anche Regno Unito e, forse, Francia e Germania, secondo quanto riporta la Cbs.

Prima alla Casa Bianca, bulli e bullismo

«La lotta dell’Ucraina fa parte di qualcosa di più grande. Gli americani si oppongono ai bulli e lottano per la libertà», la partenza di Biden. «Non ho mai visto la Nato e l’Ue più unite di così», e qui forse pesava la distanza e dell’Europa vista da oltre Atlantico. «È difficile dire cosa è una pace giusta», la frase chiave da parte di Biden, a non nascondere proprio tutta la polvere sotto il tappeto della cerimonia. «Per me come presidente una pace giusta è nessun compromesso sulla sovranità, sulla libertà e sull’integrità territoriale del mio paese», risponde Zelensky. Che poi lancia il sasso di altre minacce di invasione russa ad interpretazione sovietica.

Nuova fase del conflitto contro la Russia

Joe Biden che annuncia un nuovo pacchetto di armi da quasi due miliardi di dollari, inclusi i Patriot, e assicura il sostegno a Kiev per tutto il tempo necessario, mentre il Cremlino reagisce con stizza avvertendo che non ci sarà alcun progresso sui colloqui di pace. Ma tra gli aiuti non ci saranno, però, gli agognati Atacms, i super razzi a lungo raggio in grado di colpire fino a 300 chilometri quindi potenzialmente anche in territorio russo, ma sistemi avanzati in grado di frenare i continui attacchi di Mosca sulle infrastrutture strategiche del Paese.

Patriot, cosa e perché

Già l’acronimo, Patriot, che sta per Phased Array TRacking to Intercept Of Target, è tutto un programma. Un sistema missilistico terra-aria che è stato già impiegato nella prima guerra del Golfo contro i missili Scud iracheni. Il “Patriot System” è una batteria mobile servita da 80-90 soldati (che andranno addestrati, in Germania). E ora il piccolo paese attaccato non è più quello militarmente più raffazzonato, ma quello che possiede le tecnologie migliori e più potenti per rispondere ad un’aggressione. Potere militare all’Ucraina e “soft power” americano, la formula politica.

Assistenza Usa, ma in fretta

Nel budget federale da 1.700 miliardi di dollari che deve essere approvato dal Congresso entro venerdì, sono previsti anche 45 miliardi di aiuti all’Ucraina, superiori alla richiesta di 37 miliardi di dollari presentata da Biden. Finora, in aiuti militari, economici e umanitari, gli Usa hanno già fornito a Kiev circa 68 miliardi di dollari di finanziamenti. E non è un caso che il presidente americano riceva Zelensky alla fine dell’anno, prima che i repubblicani riassumano il controllo della Camera a gennaio.

Il presidente americano vuole assicurarsi che il Congresso continui a sostenere in modo bipartisan e compatto l’Ucraina mettendo all’angolo quanti nel Grand old party hanno minacciato di non voler più staccare ‘assegni in bianco’ a Kiev.

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AVEVAMO DETTO

Articolo di Ennio Remondino, dalla redazione di
22 Dicembre 2022