DI REDAZIONE
Il tema dell’odio, dell’invidia e del risentimento, come fattori del mutamento storico-sociale è al centro delle mie ricerche scientifiche. Nel mio libro “Anatomia delle brigate rosse” ho studiato la storia dell’odio dalle sette ereticali del Sedicesimo secolo fino ai nostri giorni, passando per i campi di lavoro in Unione Sovietica, la Cina di Mao, la Cambogia di Pol Pot e molto altro. Dunque, il tema dell’odio e dei processi di disumanizzazione del nemico politico mi interessa profondamente, non scrivo su questo tema per semplice polemica. Da anni faccio parte di una rete internazionale che contrasta i processi di radicalizzazione. Sono tutt’altro che un “improvvisato”. È una vita che combatto contro la cultura dell’odio e vorrei dirvi alcune cose.
In primo luogo, ci sono alcune persone che mi insultano violentemente sulle mie pagine Facebook che non ho mai bloccato. Molti mi chiedono perché. La risposta è che solidarizzo umanamente con molti di coloro che mi odiano, anche se non tutti. In alcuni casi, si tratta di ucraini, o di persone con parenti in Ucraina, che soffrono moltissimo per quello che sta accadendo. In questo contesto emotivamente esplosivo, i media e certi politici corrotti hanno creato questo finto personaggio, un personaggio che non esiste nella realtà, l’Alessandro Orsini “putiniano”. Questi miei odiatori, sopraffatti dal dolore e dalle emozioni, vengono qui e si sfogano. Li capisco. Umanamente, li capisco. Ciò che vorrei spiegare ai miei amati odiatori è che stanno odiando la persona sbagliata. Il personaggio Alessandro Orsini “putiniano” nemico dell’Ucraina e amico della Russia non esiste, è un’invenzione dei media, è un falso, una fake news, una tecnica per manipolare l’opinione pubblica. Il 24 febbraio, in Italia, era urgente nascondere cinque cose: 1) il fatto che il governo Draghi fosse asservito alla Casa Bianca e che facesse gli interessi degli Stati Uniti anziché quelli dell’Italia; 2) che il rifiuto della diplomazia deciso da Biden avrebbe portato alla distruzione dell’Ucraina e al rischio dell’escalation nucleare; 3) che Biden usava gli ucraini come carne da macello per abbattere il regime di Putin con la strategia del dissanguamento;
4) che l’Italia non ha una politica estera verso l’Ucraina essendo il Parlamento quasi completamente fagocitato dalle lobby pro-morte, cioè quei gruppi di potere che programmano le guerre intenzionalmente e fanno pressioni sui parlamentari per ottenere il loro voto; 5) che le politiche espansive e iper-aggressive della Nato ai confini della Russia hanno contribuito grandemente allo sviluppo del disastro. E, così, i media che sostengono le lobby pro-morte e che sono ad esse collegati in vari modi hanno inventato questa storia del nemico interno, l’Alessandro Orsini “putiniano”, per impedire agli italiani di capire le dinamiche in corso.
Per me, che sono uno studioso dell’odio, questa esperienza è scientificamente importante perché mi consente di accumulare una quantità enorme di documenti con cui arricchire i miei libri futuri.
Spero di avere risposto alla domanda di tutte le persone che mi vogliono bene e che lasciano i loro commenti meravigliosi sulle mie pagine: “Professor Orsini, in che senso ama chi la odia?”. Nel senso indicato sopra. C’è un odio che nasce dall’amore. In questo caso. l’amore per l’Ucraina. Se utilizziamo la cultura per andare alle radici dell’odio, possiamo aiutare chi sta male e lavorare per un mondo migliore.
Grazie per tutti i commenti pieni di stima e di affetto.
C’è un odio che merita di essere sciolto nell’amore.
Aiutate.
Uno studioso è un ponte sospeso su un abisso.
ALESSANDRO ORSINI