INDIETRO NON SI TORNA

DI MARIO PIAZZA

 

L’adattabilità è di gran lunga la principale risorsa che consente alla razza umana il dominio del pianeta. Non ci fermano il caldo torrido o il freddo glaciale, le pianure o le catene montuose, i deserti o gli oceani, la scarsità di cibo o di acqua.

Come qualsiasi altra risorsa anche l’adattabilità ha il suo lato oscuro, si chiama Assuefazione. I nostri corpi ma ancor più rapidamente le nostre menti sono capaci di abituarsi a quasi tutto, è solo questione di tempo.

Sono bastati sei mesi per assuefarci alla guerra in Ucraina, le dosi sempre maggiori di orrore che ci sono state somministrate non fanno più effetto. L’angoscia che ci provocava la vista di un palazzo sventrato o di una fossa comune si è trasformata quasi in indifferenza, un fuggevole dispiacere non molto diverso da quello che proviamo nel vedere un cane morto sul ciglio della strada.

Chi ha voluto la guerra in Ucraina per ottenere il nostro consenso all’annientamento della Russia o se preferite alla difesa militare di una astratta libertà ha dovuto cambiare terapia trasferendo direttamente sulle nostre teste la miseria e la minaccia di morte.

Ci abitueremo anche a quello, o almeno ci si abitueranno quelli che ne usciranno vivi. Indietro non si torna.