A MALI ESTREMI, ESTREMI RIMEDI

DI MARIO PIAZZA

Mario Piazza

 

A MALI ESTREMI, ESTREMI RIMEDI
E’ un proverbio sul quale, pusillanimi a parte, tutti sono d’accordo ma che divide puntualmente le opinioni su cosa possa essere considerato “estremo”. Nell’attualità troviamo due esempi palmari della mia affermazione.
Il primo riguarda la candidatura alle europee di Ilaria Salis, decisione di Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli che per questo avranno il mio voto a prescindere da tutto il resto.
Va da sé che chi è di avviso contrario non considera estrema una lunga detenzione senza processo per un’accusa risibile che la stessa vittima ha rinunciato a perseguire, non si scandalizza per l’esibizione di catene e guinzaglio, considera accettabile la sottomissione della giustizia a un leader politico neonazista nei fatti e nelle parole.
Il secondo esempio riguarda la pressione delle avanguardie universitarie per la sospensione di ogni collaborazione con Israele.
Certo non sarà questo marginale boicottaggio a far desistere Netanyahu dallo sterminio della popolazione palestinese ma davanti a tanto inarrestabile orrore io credo sia dovere di ognuno di noi far sentire agli assassini la condanna e l’isolamento, ognuno con i mezzi che ha fosse anche soltanto non mangiare i pompelmi di Jaffa. Altri la pensano diversamente e sono quelli che non considerano affatto estremo il tritacarne di Gaza che al momento ha letteralmente “macinato” la vita di due milioni di persone, uomini, donne, vecchi e bambini.
Occorre fare chiarezza, sgombrare il campo dalle acrobazie dialettiche di chi condanna la candidatura di Ilaria e il boicottaggio di Israele. Per loro Orban e Natanyahu non sono affatto due mali estremi, nella migliore delle ipotesi sono due capi di stato da criticare con il dovuto rispetto.
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