CINCINNATI, UCRAINA CONTRO RUSSIA: DOVE VALGONO SOLO LE REGOLE

DA REDAZIONE

 

Al torneo WTA di tennis di Cincinnati, Ohio, si affrontano due russe, Anna Kalinskaya e Anastasia Potapova. Una delle due protesta con il giudice di sedia per la presenza sugli spalti di una donna avvolta da un’immensa bandiera ucraina. Il giudice si avvicina alla spettatrice, che si chiama Lola, e la invita a dismettere l’ingombrante vessillo, facendole notare che «non è un atteggiamento carino».
Lola, che in realtà c’entra ben poco con l’Ucraina, essendo originaria dell’Uzbekistan nonché nata e cresciuta negli Stati Uniti, risponde a muso duro che «nemmeno invadere un paese è carino».
Il giudice di sedia si incaponisce e chiama la sicurezza. Si presenta un omone grande quanto Lola e il suo compagno messi insieme, questo sì ucraino, invitando con le buone Lola a scegliere: o dismette la bandiera o abbandona la struttura, minacciando nel contempo di chiamare la polizia.
Lola, che essendo americana sa bene cosa farebbe la polizia dell’Ohio in questi casi, sceglie di abbandonare la struttura, così dimostrando di essere entrata solo per provocare le due tenniste russe.
Il tennis non è il calcio o il pugilato. È uno sport molto delicato, dove anche la migliore delle performance viene obnubilata dalla mancanza di un’adeguata concentrazione. Il costante sguardo sulla palla che vaga per il campo in ogni direzione costringe l’atleta a percepire anche il più piccolo accadimento sugli spalti, generalmente situati a pochi metri di distanza, salvo le megastrutture delle corti centrali, veri e propri stadi, che ospitano i tornei del grande slam.
La perdita di concentrazione può costare cara. E questo è ben noto ad ogni serio organizzatore. Come quando, durante i mondiali di scacchi del 1982, Garri Kasparov chiese e ottenne l’allontanamento di un individuo che esibiva sugli spalti uno striscione dedicato a Solidarnosc, pochi mesi dopo il colpo di stato che portò al potere in Polonia il generale Jaruzelsky.
Non meno spettacolare di una finale la prontezza con cui gli organizzatori del torneo di Cincinnati hanno giustificato la decisione, avendo immediatamente subodorato il clamore che avrebbe suscitato l’accaduto, con Lola che fuori dallo stadio si era subito messa alla ricerca di una troupe televisiva: «la signora è stata allontanata perché si è rifiutata di deporre una bandiera di dimensioni superiori a quelle consentite, 18 X 18 pollici».

Di Antonello Tomanelli