UN POVERETTO CHIAMATO FEDEZ

DI ANTONELLO TOMANELLI

ANTONELLO TOMANELLI

Ormai più nessuno fa caso alla scarsa capacità di Fedez di coniugare le parole al ritmo del sottofondo musicale. Da un po’ il cantante meneghino si fa notare più che altro per le sue sparate da propagandista con la licenza media. Come è accaduto ieri sera, dove un ruffianissimo Amadeus l’ha ospitato al Teatro Ariston in collegamento dalla Costa Smeralda.

Nel suo poco esemplare pezzo, Fedez ha attaccato a testa bassa il Codacons, nonché Galeazzo Bignami, viceministro delle Infrastrutture del Governo Meloni, che vent’anni fa si fece fotografare in uniforme nazista.

Deplorevole Bignami, per carità. Anche se quando scoppiò lo scandalo, si difese dicendo che si trattava di una goliardata a margine di una festa di addio al celibato.

Ma qualcosa non torna se uno come Fedez si permette di attaccare Bignami per quella foto. L’imbarazzo in cui Fedez ha voluto calare Bignami non è nemmeno paragonabile a quello che sicuramente avrà provato lui quando, repentinamente accecato dalla ideologia LGBT+, qualcuno gli fece notare che soltanto pochi anni prima, non venti, scriveva testi così omofobi da far accaponare la pelle.

Famoso lo scontro a distanza con Tiziano Ferro, che bullizzò in una canzone dedicandogli questa poetica frase: «Mi interessa che Tiziano Ferro abbia fatto outing / ora so che ha mangiato più wurstel che crauti». Ma gli insulti omofobi sono stati quasi un classico nelle vecchie canzoni di Fedez. Di testi omofobi scritti da Fedez se ne trovano eccome in rete.

Dopo la virata pro LGBT+, oltre a scusarsi pubblicamente con Tiziano Ferro, che però delle sue scuse ne ha fatto un utilizzo prettamente igienico, ha sempre cercato di addossare la colpa del proprio recente passato omofobo a Buccinasco, la cittadina dell’hinterland milanese in cui è nato e cresciuto, che a suo dire non gli ha garantito una educazione appropriata sul tema omosessualità. Come se la povera Buccinasco fosse una fucina di omofobi.

Ma si badi bene. Non essendo Mozart, Fedez aveva già una bella età quando scriveva quelle vergognose e assai poco artistiche porcate.

Insomma, la critica al vetriolo al non venerabile Galeazzo Bignami non è che ci possa stare tutta, se proviene da uno come Fedez. Se Bignami incominciasse ad organizzare con le lacrime agli occhi pellegrinaggi ad Auschwitz, in effetti ci sarebbe da ridere. Ma, almeno personalmente, riderei tanto quanto feci nel vedere Fedez tessere pubblicamente le lodi del ddl Zan.