ESPORTATORI DI DEMOCRAZIA

DI GIOACCHINO MUSUMECI

 

FINALMENTE IN AFGHANISTAN UN PO’ DI DEMOCRAZIA dopo l’intervento occidentale contro i tiranni. Fuori i russi è andato tutto molto bene.
La nostra battaglia per i diritti umani e la difesa delle donne afghane ha portato una ventata di freschezza, laggiù. Afghani entusiasti dopo l’importazione dei nostri principi democratici a scadenza temporale definita.
La fiducia riposta nella nostra disinteressata benevolenza è valsa tanti traguardi verso la civiltà che per gli afghani rimane un miraggio. A dimostrarlo il decreto imposto dal capo supremo dei talebani: le donne sono obbligate a portare pubblicamente il burqa, “non provoca sguardi maschili” dice l’emiro Hibatullah Akhundzada.
Non solo: “Le donne troppo giovani e quelle troppo anziane devono coprire il viso tranne gli occhi, come da direttive della sharia, per evitare di provocare lo sguardo di uomini che non sono parenti stretti”.
Poveri Afgani, illusi dalle menzogne di chi avrebbe dovuto “liberarli”.
Purtroppo l’Afghanistan si trova nel posto sbagliato e dopotutto gli afghani sono fisicamente distanti dal prototipo dell’ ariano ucraino che fa del coraggio il brand emozionale della battaglia fino all’ultimo uomo.
Nel decreto imposto da Akhundzada inoltre si ordina che donne senza “ruolo rilevante nella società” debbano “restare a casa”.
Dall’agosto scorso, le ragazze non hanno più potuto fare ritorno a scuola, nelle università e su molti posti di lavoro.
Il tutto nel silenzio dei caproni che oggi vorrebbero impormi la correttezza della doppia morale alla base dell’interventismo in Ucraina.
Stavo pensando alla sfumatura maschilista razzista della solidarietà occidentale riservata ai talebani, mica alle vittime: a meno che gli oppressori non siano russi, non vale la pena di occuparsi di donne mediorientali calpestate come zerbini da macellai che invece godono di uno spettacolare lascia passare a stelle e strisce.
Ma se ci si azzarda a far notare lo squallido doppiopesismo bellicista che infesta le istituzioni internazionali e nazionali, la falange di fascisti guerrafondai cor didietro dell’artri, grida al putinismo e chiede al Copasir di gestire l’informazione italiana.
CHE VERGOGNA.
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