CONTE NON PUO’ RISOLVERE LA QUESTIONE MORALE IGNORATA DAL PD PER TORNACONTO ELETTORALE.

DI GIOACCHINO MUSUMECI

Gioacchino Musumeci

 

Lo scandalo sui voti comprati in Puglia ha portato alle dimissioni dell’assessora in quota PD Anita Maurodinoia indagata per voto di scambio.
L’ex assessora ai trasporti ha consegnato anche la tessera del partito poiché il marito è agli arresti domiciliari per gli stessi reati contestati nel filone di indagine che ha scoperchiato il meccanismo di corruzione elettorale pugliese.
Mentre la dx si frega e mani e la Schlein dichiara che il Pd non tollera voti sporchi o comprati, è intervenuto Giuseppe Conte, il quale ha dichiarato che sono saltati i presupposti per le primarie, decisione invisa presso la gran tavola del Nazareno.
Il dissenso verso la decisione di Conte, risultante logica del caos generato dagli esiti dell’inchiesta sul voto di scambio che ha coinvolto anche il Pd, è stato affidato alla “Renzi girl” Claudia Fusani che su Tiscali scrive: “Da Bari rimbalza la notizia che Giuseppe Conte, alleato del Pd nella scelta del sindaco, fa saltare le primarie del centrosinistra in calendario domenica 7 aprile. “Basta, non ci sono più le condizioni, serve un nuovo inizio. C’è poco da fare: a Conte le primarie non piacciono e, in un modo o nell’altro, le fa saltare sempre. Insomma, il centrosinistra azzoppato non dalla destra con la clava dell’inchiesta ma dal suo principale alleato.”
La logica della Fusani è così forzata da indurre a pensare che risulti dall’effetto di sostanze o un calice di Chianti, non saprei. Ovviamente non è così perché la cara Claudia, in quanto maestra della comicità mediatica, ama interpretare i fatti con logiche “circensi” a dir poco. Secondo la Fusani con le traveggole il Pd non s’è azzoppato de sé dato che ha visto una sua assessora e il marito gravemente coinvolti.
Dopo uno scandalo di questa portata, ovvie e strumentalizzate dichiarazioni di Schlein a parte, le primarie dovrebbero individuare il candidato eventualmente condiviso per la carica di sindaco, perciò se la trasparenza delle elezioni non è garantita, Conte ha ogni diritto per sostenere che i presupposti sono saltati. Se invece, come scrive la Fusani, le primarie sono del Pd, evidentemente sono chiamati a votare gli elettori del partito democratico non quelli del Movimento. Quindi Conte non fa saltare nulla. Ma in generale con quale entusiasmo si andrebbe a votare essendo stato appena scoperto che i risultati elettorali si comprano ai saldi. Me lo spieghi la Fusani o chi per lei.
Se Conte vuole mantenere un barlume di coerenza morale, il suo “niet” è necessario oltreché logico. Se invece il criterio è quello dei Renziani oppure della Bonino per citare un’altra sola, ovvero si scopre che il Pd è coinvolto in un imbroglio elettorale ma bastano due paroline e non è accaduto nulla, è ovvio che le parole di Conte risultino stonate.
Sempre secondo la Fusani il diniego di Conte avrebbe portato a una profonda frattura tra Movimento e Dem, dal Nazareno affermano: “Se il Movimento 5 stelle pensa di vincere da solo contro la destra proceda pure – fanno sapere i Dem – Ma abbia rispetto per la città di Bari per gli elettori di centrosinistra e non pensi di dare lezioni di moralità a nessuno.”
Politica italiana: Meloni sostiene sempre che non accetta lezioni morali dalla Sx e tiene l’irricevibile Santanché in consiglio dei ministri. Il Pd giustamente si indigna. Poi un assessora piddina si deve dimettere perché coinvolta in uno scandalo di corruzione elettorale e i Dem, sostengono che sia Conte a non rispettare gli elettori. Mi viene da ridere.
Poi: essendo i Dem perfetti come la Meloni, anche loro non tollerano lezioni di morale e si indignano con Giuseppe Conte, il quale farebbe saltare le primarie piddine, come fosse lui il segretario del partito democratico e dovesse tutelare il Pd dopo lo scandalo che ha coinvolto l’assessora Dem.
Cari ragazzi, con questi presupposti da furbetti è molto difficile sconfiggere la Dx. Criticare la Meloni e poi fare spallucce sulle vostre questioni morali è quanto meno ridicolo. Bye bye.
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Gioacchino Musumeci