“IO DEVO DIFENDERE MIO FIGLIO”

DI LEONARDO CECCHI

 

“Io devo difendere mio figlio”.
Da una semplice frase di una madre, ventidue anni di lotta.
Difenderlo significava chiedere giustizia.
Felicia Impastato ruppe con la famiglia del marito, mafioso. Protesse l’altro suo figlio rimasto in vita (“Fai parlare me, sono anziana, non mi possono fare come possono fare a te”).
Si caricò sulle spalle il compito di non far spegnere i riflettori. Contro tutto e tutti. Contro i depistaggi, contro le persone che volevano farla tacere.
Mai un passo indietro, mai un attimo di cedimento. Nonostante l’età.
Arrivò in tribunale dopo ventidue anni. Ne aveva ottantasei Felicia e lì puntò il dito contro Badalamenti, l’assassino di suo figlio. E infine vide la giustizia cercata per Peppino.
“L’avete resuscitato”, disse.
Si spense due anni dopo, il suo compito era terminato.
E con lei, con la sua memoria, oggi è bello festeggiare la Festa della mamma. Con il ricordo di una madre, una donna di straordinario coraggio e forza.
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