IL PROFUMO DELL’ORO

DI CLAUDIO KHALED SER

MALI :
Padre Pier Luigi Maccalli e Nicola Chiacchio sono stati liberati.
I due italiani, prigionieri di gruppi terroristici in Mali, sono stati rilasciati “unitamente” all’ ostaggio francese Sophie Pétronin e a Soumalia Cissé, alta personalità maliana nelle mani degli jihadisti.

Ho scritto “unitamente” in quanto la liberazione degli Italiani é avvenuta grazie alla pressione delle Forze Armate francesi che da anni occupano il territorio maliano.

La Francia ha inviato in Mali, 4500 soldati nel corso degli ultimi due anni.
A questi se ne sono aggiunti altri 600, oltre ad un centinaio di carri armati e autoblindo che hanno supportato (ovviamente non in modo ufficiale) il colpo di stato e la deposizione del presidente Ibrahim Boubacar Keita, il 19 agosto ad opera di un gruppo di militari, addestrati nei campi di formazione, dai francesi stessi.

La giunta militare maliana ha provveduto negli ultimi giorni a liberare 180 terroristi rinchiusi nelle carceri, richiedendo come contropartita la liberazione appunto di Sophie Pétronin e Soumalia Cissé.

Nel villaggio di Tessalit, oltre agli ostaggi francesi, erano presenti anche i due italiani che sono stati liberati “unitamente” a loro.

Sono ovviamente molto felice per l’esito positivo della vicenda, ma MOLTO INFASTIDITO dalle solite roboanti, false e stucchevoli dichiarazioni del ff (facente funzione) ministro degli esteri che ha rivendicato la bontà del suo lavoro e della Farnesina tutta, attribuendosi il merito della liberazione.

Se non fosse stato per i francesi, col cacchio che i due italiani sarebbero liberi. E questo per onestà va detto.

Vi ricordo che Il Mali è uno dei Paesi del Sahel, una striscia territoriale che comprende, oltre a lui, Senegal, Mauritania, Burkina Faso, Algeria, Niger, Nigeria, Ciad, Sudan, Eritrea ed Etiopia settentrionale.
Il Sahel è caratterizzata dalla grande presenza di militanti jihadisti e da un importante traffico di esseri umani.
Nel Mali centrale, una moltitudine di gruppi armati lotta per il controllo sfruttando la povertà delle comunità emarginate e infiammando le tensioni tra gruppi etnici.

La Francia, a seconda delle risorse del territorio, ha da anni impegnato molti soldati nel controllo del Paese, e oltre 70 soldati francesi, sono morti per difendere e per tutelare appunto le sette miniere d’oro che includono: Kalanae Morila nel Mali meridionale; Yatela, Sadiola e Loulo nel Malioccidentale.Miniere che fanno del Mali il terzo produttore africano di oro.

I Francesi controllano inoltre le miniere di URANIO, quelle di DIAMANTI e quelle di FERRO, BAUXITE e MANGANESE situate a Kayes e Sikasso, non lontane dal villaggio dove erano prigionieri gli ostaggi.

Questo va detto per onor di verità e per togliere dal famoso carro dei vincitori chi, come sempre, ci sale senza alcun merito.