COVID: DE LUCA, UN POPULISTA COME GLI ALTRI

DI EMILIANO RUBBI

In Campania, ieri, i nuovi positivi al Covid sono stati 757.
Con un numero di tamponi nelle ultime settimane decisamente inferiore alla media nazionale.

In pratica, quasi una persona su dieci tra quelle sottoposte al tampone è risultata positiva.
Nel frattempo, i posti in terapia intensiva disponibili si sono già ridotti alla metà del totale e i posti in sub-intensiva sono quasi esauriti.

E cosa fa Vincenzo De Luca, l’eroe che combatteva così bene il Covid quando si trovava a centinaia di km di distanza?
Cosa fa lo sceriffo che voleva mandare i carabinieri “col lanciafiamme” alle feste di laurea?

Vieta ai medici e ai responsabili della sanità pubblica di parlare con la stampa e inibisce l’accesso all’area Covid nei pressi dell’ospedale Cotugno alle telecamere.
Cosa che perfino quegli incapaci di Fontana e Gallera non si erano mai sognati di fare.

In pratica, pensa che nascondere la reale situazione in cui versa la sanità campana, funestata da anni di privatizzazioni come quella Lombarda (che però era e resta enormemente più attrezzata), serva a mantenere la sua immagine di salvatore della patria.

La verità è che, durante la prima ondata, gli era bastato fare qualche sparata da commedia dell’arte e applicare semplicemente il lockdown governativo, per risultare un vincente.
Stavolta, il Covid se lo sta per ritrovare in casa.
Stavolta non basta la propaganda populista, non bastano le sparate ad effetto, non basta prendere per il culo Salvini e i leghisti.
Stavolta serve un amministratore vero, non una maschera di carnevale.

I leader populisti sono tutti uguali, in qualsiasi partito militino.
Mi chiedo quando riusciremo, finalmente, a capirlo anche noi.