TUNISIA, C’E’ UNA BARCA IN MEZZO AL MARE

DI CLAUDIO KHALED SER

Abir Moussi é di tutto un po’.
C’é traccia in Lei della Thatcher, spunti della Merkel, atteggiamenti da Meloni.
E’ la nuova Donna forte del Potere politico in Tunisia.
Nostalgica di Ben Ali, il deposto dittatore, rigorosa e populista tanto quanto basta per infiammare gli animi di un Popolo sempre più depresso.

Gli altri la temono ed é per questo che hanno accettato di votare la fiducia al Governo del Presidente che ha gestito questa crisi sbarazzandosi dei Partiti, dei loro Leader e perfino del Premier da Lui stesso incaricato.

La lista dei Ministri l’ha compilata il Presidente e senza nemmeno consultare il Primo Ministro.
Tutti suoi uomini, compreso il non vedente Walid Zidi, nominato Ministro della Cultura contro la volontà del Premier.
E le 8 Donne inserite nel Governo sono fedelissime di Kais Saied, messe in Ministeri che contano ed hanno quindi Potere.

L’alternativa a questo Governo, erano le elezioni con la probabile vittoria della vulcanica Moussi ed il ripristino dell’oligarchia tanto cara al defunto dittatore.

Adesso, esautorato di fatto il Parlamento, vedremo come si comporteranno i Ministri e quali saranno le ricette per sanare una profonda crisi economica e sociale che ha messo in ginocchio il Paese.
Il primo atto del nuovo Governo é vecchio: Dateci soldi.
Invito rivolto a tutti, Italia in primis, Francia idem, Europa poi.
Non cambia la “politica della mano tesa” tanto cara a tutti i Governi in difficoltà.

Ma, appurato che l’Economia dell’accattonaggio non serve a nulla se non hai programmi seri di investimento sul territorio, mi piacerebbe tanto capire come e dove l’eventuale obolo verrebbe indirizzato.
Se serve,
solo a pagare stipendi della Pubblica Amministrazione, sarebbe come gettare acqua in mare.
Se serve,
solo a mettere benzina nelle motovedette tunisine per respingere i migranti, non é utile perché chi vuole scappare, trova mille altre porte per scappare.
Se serve,
per finanziare costruzioni di moschee e non di scuole, ospedali, strade, rete idrica, rete elettrica, finanziare piccole imprese, detassare gli oneri sociali delle industrie che assumono operai, se non li usano per tutto questo, non servono a niente.

Quindi caro Nuovo Governo, prima mi dici come li spendi e poi ti dico se te li do.

Ogni giorno, ogni notte, le barche salpano.
Difficile arrestare questa emorragia.
Se vuoi convincere le Persone a non fuggire, devi dare loro speranza di vita, possibilità di costruirsi un futuro e, tutto questo lo puoi e lo devi basare su programmi concreti di sviluppo.

Mi auguro che questo Governo che ha chiesto la fiducia del Parlamento, ottenga (anche e soprattutto), quella del Popolo.
Solo cosi’ s’arresterà il flusso dei “disperati” verso l’Europa.

In caso contrario, noi, novelle Butterfly, vedremo sempre più “levarsi un fil di fumo” di “operiana” memoria.