DI ORSO GRIGIO
Scrivere, come qualsiasi altra attività che impegni fisico e neuroni, richiede applicazione, esercizio, costanza.
E richiede continuità.
Se ti fermi poi devi sgranchirti i pensieri, ricominciare a palleggiare con le parole, scegliere quelle giuste e metterle bene in fila cercando di farle suonare come si deve.
E’ una regola che vale per tutti. Anche per chi, come me, scrive solo per passione.
Dopo la mia pausa mi sto impegnando, ma ci metterò un po’ a riprendere i giri.
Oggi, per peggiorare ancora le cose mi sono pure scelto un argomento piuttosto complicato. Un po’ come se Fedez, dopo aver annunciato il ritiro, decidesse di tornare a cantare senza autotune.
Ovviamente esagero: io potrei farcela anche da freddo a scrivere qualcosa di decente, lui a essere intonato mai.
No, non si tratta del nuovo Papa. Non ne so abbastanza e non voglio sparare più caz*ate del consueto, anche se ho avuto sensazioni positive.
Si tratta di altro.
-Dice: “sì però non ricominciare con le premesse, vieni al dunque”.
-Lo farò, ma prima servono ancora dei chiarimenti.
Criticare un politico, anche ferocemente, lo ritengo un dovere, oltre che naturalmente rivendicarne il diritto. Per il motivo più evidente: loro si occupano della nostra vita, il più delle volte facendone scempio, e noi dobbiamo difenderci. Quello fra potere e cittadini è ormai un conflitto impari e perenne, dove il potere bada solo a consolidare sé stesso e i propri privilegi e i cittadini sono destinati a soccombere, avendo perso quasi del tutto la propria rappresentanza.
Soprattutto gli ultimi, quelli nati dal cu*o, alla faccia della democrazia.
Quindi opporsi è più che un dovere: è un obbligo.
Tuttavia, come ho detto, quando accuso i politici di nefandezze parlo di figure pubbliche e non esprimo critiche o giudizi sugli “esseri umani” che le rappresentano, sul loro privato, sui loro affetti, sui sentimenti e i dolori che sono gli stessi che tutti noi proviamo. Su questa sfera del tutto intima non mi permetto di intervenire né tantomeno di giudicare o dare consigli non richiesti.
Solo rispetto. Per chiunque, fosse anche il mio nemico peggiore.
Però stavolta un po’ ci entrerò in quell’area riservata, anche se solo per farmi, e fare, qualche domanda che so già cadere nel vuoto.
-Dice: “sì, ma dura ancora molto ‘sta pistrolleca?”
-Ci sono, ho finito.
Io conosco l’importanza di essere genitore e quanto un figlio diventi il solo riferimento della nostra esistenza. So di come il benessere di quella piccola creatura sia la sola regola da cui dipendere e a cui attenersi, e so di quanto sia importante imparare ad aiutarlo in quel percorso magico e imprevedibile del diventare grande cercando di evitargli le trappole di questi tempi di merda.
So di quanto tutto questo condizioni le nostre scelte, di quanto sia forte in noi il bisogno di esserci, prima accanto a quel piccolo miracolo per sorreggerlo e insegnargli a camminare e poi via via un passo indietro, fino a quando non abbia imparato a volare da solo.
So di quanto si cerchi di dare sempre il nostro meglio per non deludere i nostri figli e anche di quanto il nostro meglio sembri non bastare mai.
E conosco la difficoltà di trovare le risposte alle loro domande e il coraggio che serve per dare quelle giuste.
Meloni è genitore come me. Mamma invece di babbo, molto più giovane di me e con una figlia molto più piccola del mio, ma la sostanza non cambia.
Anche lei proverà certe cose, vivrà certe difficoltà, anche lei dovrà trovare le risposte alle domande di sua figlia.
E allora mi chiedo quali saranno.
Cosa le dirà del perché il mondo intero taccia vigliaccamente sullo sterminio di decine di migliaia di bambini, negando loro il diritto più elementare alla vita? E cosa le dirà del perché non sappiamo vivere in pace e non proviamo nemmeno a farlo ma anzi distogliamo risorse dai nostri bisogni primari per comprarci ancora più strumenti di morte?
Per noi nati dal cu*o è più facile, certo. Abbiamo il vantaggio di non contare una beata fava di un caz*o di meno di niente quindi tutto quello che possiamo fare è provare lo stesso dolore dei nostri figli e piangere con loro per il futuro che non avranno.
Ma ella, la presidenta che tutto il mondo mondiale ci invidia, la statista sopraffina che la storia aspettava impaziente, la punta di diamante che l’Europa intera ha delegato al dialogo con Trump perché ritenuta la sola che possa influenzare e financo condizionare le di lui scelte, un briciolo di potere ce l’ha.
Almeno per provarci, per proporre, per dissentire, ca*zo! Però non fa niente di tutto questo. Dopo un anno e mezzo è tornata in parlamento ma non una parola sulla strage di quel popolo.
Quindi, ella, fra le donne più potenti del pianeta, cosa racconterà a sua figlia?
Come glielo spiegherà questo sfacelo?
Le dirà che è colpa del destino, della sfortuna di nascere nel posto sbagliato, che non si può fare niente, che trattasi della volontà divina, che i più forti vincono sempre e che siamo servi di chiunque e quindi destinati a ubbidire senza fiatare? E sempre ella, esemplare madre cristiana, come proverà a spiegare a lei, non a noi, il perché non abbia mai nemmeno orato una sola parola di condanna contro questo scempio?
E riguardo alla sua fede così oscenamente ostentata, cosa le dirà? Ammetterà che sbandierare la cristianità le serviva per raccattare voti o le mentirà? E sulla sua devozione a Francesco, il solo che ha parlato di pace fra i capi di Stato, le dirà che era solo ipocrisia perché alla fine i potenti tutti non vedevano l’ora che si togliesse di cu*o, o le mentirà anche in questo caso?
Il suo operare politico, di ella e dei suoi incapaci, è devastante e sta trascinando il paese nella merda più nera, e il colore non l’ho scelto a caso, ma questo attiene solo al suo ruolo pubblico e su questo la attaccherò sempre, come e più di prima.
Tuttavia le auguro di essere la migliore delle madri, e quindi anche di conoscerle tutte, le cose da dire e le risposte da dare a sua figlia.
Però ho tanti anni più di lei e un consiglio glielo vorrei dare, come fossimo amici quindi in via del tutto ipotetica, e cioè che a noi ella può anche prenderci per il cu*o, visto che siamo un ammasso informe di coglioni ignoranti, ma con i figli è più complicato: sarebbe come prendere per il cu*o noi stessi.
Quindi le parli solo da madre.
Si faccia anche lei le stesse domande e poi le risponda.
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Orso Grigio