Leccare i francobolli

DI CLAUDIO KHALED SER

 

Pensavo che dopo la vergognosa decisione di dedicare un francobollo a “quello di Arcore” la filatelia nostrana avesse toccato il fondo della decenza.
Mi sbagliavo.
Il ministro Urso ha presentato, in pompa magna, un nuovo francobollo, dedicato stavolta a “Italo Foschi” celebrando il fatto che fu il primo presidente dell’As Roma.
Già questa notizia ci riempie di chissenefrega, ma l’amabile ministro non dice chi fu esattamente quel Foschi.
Vediamo di tracciarne un veloce profilo:
Egli fu un feroce fascista, squadrista, pupillo di Roberto Farinacci e del quadrunviro del partito nazionale fascista Cesare Rossi.
Egli fu ovviamente un fedele servitore di Benito Mussolini che seguì fino alla Repubblica di Salò.
Nella sua ventennale carriera di servizio al fascismo Foschi ha compiuto atti di pura violenza.
Per citarne uno, si potrebbe ritornare a novembre del 1923 quando organizzò la devastazione dell’abitazione romana dell’ex presidente del Consiglio Francesco Saverio Nitti.
Pochi giorni dopo l’omicidio di Giacomo Matteotti, Italo Foschi scrisse ad Amerigo Dumini, propulsore dell’omicidio:
«Sei un eroe, degno di tutta la nostra ammirazione».
Aderì alla Repubblica sociale italiana, si avviò alla carriera prefettizia e solo nel 1944 venne definitivamente collocato “a riposo”.
Dopo la Liberazione dell’Italia dal nazi-fascismo fu processato per la sua attiva adesione alla Repubblica sociale italiana, ma graziato da indulto.
Costui era troppo fascista perfino per i fascisti.
Il Dizionario biografico italiano della Treccani riporta che fu segretario politico del Fascio Romano, «coinvolto in numerose aggressioni contro gli avversari politici del fascismo», espulso dal partito dopo l’omicidio di Matteotti per gli eccessi dell’attività squadrista.
Venne quindi riammesso poco dopo per ordine di Farinacci, ma di nuovo dovette abbandonare la segreteria per «non aver soppresso convenientemente lo squadrismo e di esserne stato coinvolto».
Le linee guida del ministero affermano che i francobolli andrebbero dedicati a «personaggi non in vita purché abbiano avuto un impatto eccezionalmente rilevante sul territorio e/o sulle comunità italiane “riservando” al ministro o a un suo delegato il compito eminentemente politico di interpretare il sentimento della Comunità nazionale».
Forse il segreto del francobollo sta tutto qui, nell’«interpretare il sentimento della Comunità nazionale» che dalle parti del ministero viene associata alla comunità politica del ministro in carica.
O forse Foschi è soltanto l’ennesimo grimaldello della “memoria storica” utilizzata per sdoganare il revisionismo fascista che va così tanto di moda nel palazzaccio del potere.
Non so se questo sarà il fondo, ma visti gli attori, mi aspetto un nuovo francobollo a breve, magari dedicato a quello di Predappio che “in fondo ha fatto anche cose buone”.
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Claudio Khaled Ser