IL VETO AMERICANO

DI CLAUDIO KHALED SER

 

Gli Usa hanno posto il veto sulla risoluzione Onu che chiedeva un “immediato cessate il fuoco” sulla Palestina.

Pertanto il massacro può continuare fino a quando la belva israeliana non sarà sazia.
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il Maggiore Generale dell’IDF Yitzhak Brick in un’intervista di lunedì scorso aveva dichiarato che: “Tutti i nostri missili, le munizioni, le bombe a guida di precisione, tutti gli aerei e i proiettili provengono dagli Stati Uniti. Nel momento in cui gli Usa chiudessero il rubinetto, noi non potremmo continuare a combattere, non abbiamo capacità. … Tutti capiscono che non possiamo combattere questa guerra senza gli Stati Uniti”.
E gli Usa non si sono tirati indietro.
Ma questo massiccio sostegno ( 10 mila tonnellate di materiale militare trasportate fino ad ora ) non ha portato a un rapido trionfo militare, al contrario, ha messo in evidenza le difficoltà dell’esercito nazi-israeliano di avere ragione del braccio militare di Hamas e delle altre formazioni combattenti.
Non bastano certo le foto di presunti “terroristi” ammanettati seminudi dall’esercito israeliano, per sostenere che Hamas é sconfitto, anzi, rafforzano l’idea che, nonostante le stragi, Israele non ha indebolito in modo significativo le capacità militari delle organizzazioni armate palestinesi nell’enclave costiera assediata.
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Questo, nonostante otto settimane di combattimenti che si stima abbiano ucciso oltre 20.000 palestinesi quasi tutti donne e bambini.
Netanyahu all’inizio del conflitto aveva dichiarato che il suo governo avrebbe “schiacciato Hamas” di cui peraltro egli stesso era un finanziatore.
Era un obiettivo che il governo degli Stati Uniti ha apertamente sostenuto.
Ma oltre ad aver inferto a Israele il colpo più duro della sua storia, Hamas ha respinto con successo le forze sioniste in numerosi casi, solo l’altro ieri le Brigate Al-Qassam hanno colpito 25 veicoli militari israeliani, tra cui 4 carri armati, 4 bulldozer militari e molti blindati in diverse parti della città assediata di Khan Yunis, nella Striscia di Gaza.
Nel corso degli scontri sono stati uccisi e feriti decine di soldati israeliani.
Di cui ovviamente Israele non parla.
Ora l’obiettivo dei sionisti e degli Stati uniti che forniscono i mezzi per la guerra è chiaramente quello di impedire il legittimo riconoscimento dello Stato palestinese da lungo tempo costituito e tentano perciò di provocare una diaspora che tolga ai palestinesi un territorio per quanto piccolo e puramente simbolico.
Però distruggere Hamas non sarà affatto facile, anzi sarà praticamente impossibile, perché il governo di Tel Aviv non possiede una strategia di uscita e men che meno gliela possono fornire gli Usa alle prese con la catastrofica sconfitta in Ucraina.
Ma il governo sionista ha già perso questa guerra perché l’obiettivo principale è svanito: invece di liberarsi dei palestinesi, le tattiche violente e genocide hanno provocato una una catastrofica crisi umanitaria che tolgono a Israele lo scopo di minare la legittimità della causa palestinese agli occhi della comunità internazionale.
Gaza, seppure distrutta ed in macerie, con migliaia di morti sulle spalle, ha vinto in modo significativo la guerra dell’opinione pubblica e oggi è la legittimità di Israele che comincia ad essere messa in discussione.
Non servirà a nulla porre veti all’Onu per poter continuare il massacro, e NON ci sarà mai nessuna pace in quei territori fino a quando anche un solo israeliano calpesterà illegalmente il suolo palestinese.
Sarà una guerra lunga, una battaglia che durerà anche quando (e se) finiranno i bombardamenti e i raid dei carri armati israeliani.
Quello che Israele NON ha capito é che ogni Palestinese é un combattente ed ogni israeliano un nemico.
Sarà sempre così e nessuna frontiera fra “due presunti stati” potrà fermare la guerra.
A meno che non si ritorni al tavolo, si disegni un’altra Geografia tenendo bene a mente la Storia.