IL PANDORO E IL CALABRONE

DI CLAUDIO KHALED SER

 

“Il calabrone non potrebbe volare ma invece vola lo stesso”
L’entomologo francese Antoine Magnan puntò il dito sull’impossibilità che diventa invece possibile grazie a “meccanismi” che talvolta vanno contro le leggi della natura.
E di calabroni la Storia é piena.
Nello stesso tempo assistiamo a creature che “potrebbero” volare ed invece giacciono disperatamente a terra, incapaci di sollevarsi, schiave come sono della propria mediocrità.
Quel pseudo generale candidato al Parlamento europeo nelle file leghiste, é il calabrone di turno.
Ci si domanda come sia possibile che uno come lui finisca per sedersi tra le rosse poltrone di un’ Europa chiamata a dirigere gli Stati sovrani che ne fanno parte.
Davvero costui é in grado di insegnare?
Ma davvero, da uno cosi’, dovremmo apprendere?
Nello stesso tempo, altre creature chiedono voti per spiccare il volo sapendo benissimo che non saranno mai in grado di volare in quei cieli.
Che senso ha candidarsi, chiedere voti se sai benissimo che non li utilizzerai mai?
Perché si dovrebbe votare una Meloni o una Schlein che l’Europa la vedrebbero solo dal finestrino di un pullman?
Siamo alla farsa del pandoro.
Se te lo dice una come la Ferragni lo comperi, se ti invita la Giuseppina a comprarlo resta negli scaffali.
Cos’ha la Ferragni che alla Giuseppina manca?
La notorietà, le paillettes, forse lo shampoo.
Tre ingredienti fondamentali per vincere.
Quindi, quelle due citate sopra, chiedono voti come lucciole senza essere mai lanterne.
E gli idioti corrono agli scaffali per acquistare il pandoro della Ferragni.
Un’ Europa mistificata dai mistificatori.
Poi ci lamentiamo se non conta un beato cacchio.
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Claudio Khaled Ser