ASTENSIONISMO BASILICATA: COLPA DEL PD?

DI GIOACCHINO MUSUMECI

Gioacchino Musumeci

 

All’indomani del risultato elettorale in Basilicata Marco Travaglio ha scritto un editoriale per sottolineare che l’astensionismo è provocato da politiche piddine. Queste porterebbero gli elettori a non esprimersi. Mi sembra troppo semplice per spiegare il fenomeno.
Il direttore del Fatto per esempio sostiene che il PD “difende giustamente la libertà di parola di Antonio Scurati che voleva attaccare la Meloni a Che sarà, ma chiede di cacciare la vicedirettrice del Tg1 Incoronata Boccia che ha attaccato l’aborto a Che sarà. Così agli elettori viene la labirintite.” Dunque il PD, secondo Travaglio, vorrebbe censurare la Boccia, e gli elettori confusi non votano. A parer mio qui Travaglio non ci prende perché stabilire una relazione di causalità tra Scurati/Boccia/ astensionismo è impossibile.
La libertà d’opinione è sacrosanta ma il ruolo istituzionale svolto dall’individuo ne sancisce limiti. Un ministro della Repubblica, sebbene esista la libertà d’opinione, non potrebbe mai sostenere che il Nazismo è stata una bella cosa perché sostenerlo è gravemente antistorico e offensivo di chi ha vissuto orrori indicibili, perciò dovrebbe dimettersi. Una persona qualunque invece può dire quello vuole perché non rappresenta nessuno oltre sé. Scurati è un intellettuale e avrebbe parlato di fascismo. La Rai avrebbe dovuto trasmettere il monologo perché il neofascismo è qui davanti a noi. Lo stesso Travaglio ha sostenuto che gli elettori della Meloni sono nostalgici del ventennio, e solo un fascista può essere nostalgico di Mussolini. Se gli elettori di Meloni sono nostalgici, il fascismo esiste eccome. Un’istituzione della Res-Publica nata dalla sconfitta del fascismo avrebbe il dovere di ricordarlo a meno che non sia diventata cosa privata della Dx neofascista.
Travaglio parifica impropriamente la vicedirettrice di RAI uno a Scurati. Da una posizione molto privilegiata la Boccia, che nella rete ammiraglia nazionale ha ampissimi margini di manovra e può decidere chi verrà trasmesso e chi no, ha attaccato frontalmente il diritto all’aborto; in base a simpatie politiche può condizionare milioni di donne. La Boccia di fatto ha proiettato arbitrariamente e strumentalmente sull’aborto, diritto sancito da norme giuridiche, un’aura criminogena. Inquisire un diritto delle donne è un pessimo segnale di regressione. La Boccia in quanto vice direttrice di RAI Uno, rete pubblica, dovrebbe limitare posizioni antiabortiste palesemente preconcette al salotto di casa sua. Nessuno avrebbe opinato se la Boccia avesse sostenuto di essere personalmente contraria all’aborto, sarebbe stata opinione personale. Dire “l’aborto è un delitto non un diritto” è invece criminalizzare l’azione, chi la compie e chi vi ricorre. E’ sconcertante che Travaglio non ravvisi la differenza sostanziale e invochi la censura del Pd perché lo sgomento su quanto asserito dalla Boccia dovrebbe essere trasversale.
Chiedere dimissioni in casi come questo è dovuto e non c’è labirintite che tenga. Libertà d’opinione sacra, certo, ma demonizzare chi ricorre all’aborto definito impropriamente delitto, è grave, la Boccia dovrebbe come minimo scusarsi. Concludo: se tanto mi dà tanto e la libertà d’espressione è sacra, non vedo perché Travaglio sia andato in escandescenza per le liste di proscrizione del Corriere; anche quella è libertà d’opinione se la Boccia può dire che l’aborto è un delitto. E il Corriere della Sera non è la RAI, intendiamoci. Eppure Travaglio, ospite della Gruber inviperito contro Severgnini, disse che certe cose nei giornali dovevano finire perché dal principio della guerra in Ucraina chiunque offrisse informazione divergente veniva demonizzato, che in altre parole è sostenere che certe cose non si possono scrivere, e allora come la mettiamo?
Non è che la labirintite ci viene solo quando il PD chiede dimissioni di quello o l’altro, ci viene anche quando chi evidenzia che il PD lede la libertà d’opinione della Boccia e non quella di Scurati, poco tempo prima protestava contro le opinioni del Corriere della Sera che a sua volta censiva chi non la pensava come lui. Bene cari, mettetevi d’accordo che fate ride. E detto questo a votare ci vado uguale, non sono così imbecille da rendere la TV controllore delle mie intenzioni.
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Gioacchino Musumeci