IL BERLUSCONISMO CHE NON VUOLE MORIRE

DI GIOACCHINO MUSUMECI

 

“Questi arresti di candidati un giorno o due prima delle elezioni potevano anche aspettare due giorni dopo. Questa è sempre la storia della giustizia politicizzata che non è morta”. ( S. Berlusconi)
A quanto pare non morta è neanche la pretesa che i tempi della giustizia siano decisi dalla politica.
Ma questo è contrario alla Costituzione ( art 101) dato che i poteri dello stato sono separati e la magistratura è indipendente. Di certo Berlusconi non solleverebbe accezioni se tutti i magistrati fossero “amici” del CDX, solo allora la magistratura sarebbe politicizzata correttamente.
Nel legislativo – art 68 della Carta – il parlamentare non deve offrire spiegazioni giuridiche sulle proprie opinioni nell’esercizio del proprio mandato, tuttavia Berlusconi pretende che il magistrato debba rispondere alla politica delle proprie opinioni e decisioni.
Ma il magistrato risponde al CSM, organo che la politica non può controllare a differenza del parlamento composto con liste di candidati burattini; ed è questo che fa imbufalire i vari Berlusconi, Renzi e derivati secondari.
Infine Berlusconi ritiene che arrestare i candidati corrotti dopo il risultato elettorale sarebbe stata cosa buona e giusta, ma è facile dimostrare l’entità della disonestà berlusconiana: un eventuale vittoria del partito retto da voti mafiosi, con arresti ritardati significherebbe, oltre la vittoria sporcata dalla mafia, garantire interferenze del crimine organizzato in una forza politica che diventerebbe “tentacolo istituzionale” della mafia.
Perciò è assolutamente corretto che la magistratura abbia agito PRIMA che i cittadini votassero.
Fine della storia triste di un referendum promosso da politici TUTTI coinvolti in inchieste giudiziarie.
E noi dovremmo cambiare la giustizia secondo i desiderata di questi.
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