LA GUERRA DI MACRON

DI PIERLUIGI FERDINANDO PENNATI

P. F Pennati

Ultimamente Macron pare essere molto interventista in Ucraina, persino più degli “alleati” USA ed inglesi, che ad un suo eventuale intervento in campo pari sarebbero costretti ad intervenire a propria volta, ma qual’è la vera ragione di cotanta agitazione?

Che posta vi sarebbe in gioco?

Un articolo di qualche giorno fa sul Daily Express britannico, del quale forse conoscete meglio l’edizione domenicale Sunday Express, pare svelare l’arcano, infatti, secondo l’ex tenente colonnello dell’esercito britannico e attualmente analista della Baltic Security Foundation, Glen Grant, nell’osservare come il Regno Unito sarebbe “perso come nazione” se si rifiutasse di inviare un dispiegamento di truppe in Ucraina in caso di un attacco militare francese, spiega che vi sarebbe una precisa ragione se Macron, dopo i colloqui con oltre 20 capi di Stato e di governo europei in un incontro a Parigi, ha detto ai giornalisti che “faremo tutto il necessario affinché la Russia non possa vincere la guerra” e questa precisa ragione risiederebbe nel fatto che per il presidente francese la linea rossa consisterebbe nella caduta in mani russe del porto di Odessa sul Mar Nero.

La dichiarazione di Glen Grant al Daily Express è stata “Penso che ciò che Macron sta dicendo è che non accetterà che Odessa venga invasa. Questa è la sua linea rossa nella sabbia perché se Odessa venisse invasa, il 20% del PIL dell’Ucraina andrà perso. A quel punto, l’Ucraina sarebbe davvero in grossi guai a livello finanziario. E anche in grossi guai perché perde la sua attuale forma diventando un’isola interna senza uno sbocco verso il mare.”

Quindi non un problema etico, di libertà, democrazia o altro, ma solo un problema economico ucraino per il quale vale la pena di mandare truppe a morire… “non per soldi ma per denaro” si potrebbe dire e da qua spunta il vero problema: il denaro di chi?

Perchè uno stato socialista per eccelenza quale la Francia che ha nella costituzione libertà, uguaglianza, fratellanza e sussidi per i poveri quasi infiniti dovrebbe sacrificare il sangue dei propri cittadini per denaro?

La cosa sarebbe meno drammatica per uno stato imperialista abituato a fare guerre e sottrarre territori al mondo intero, iniziando dal sua attuale territorio sottratto agli indigeni pellerossa in un’opera di colonizzazione e massacri senza prededenti e, fortunatamente, successori di tale portata, e nel quale vige la liberalizzazione economica più selvaggia possibile al punto che i crimini economici sono considerati peggiori degli omicidi (Al Capone docet), ma certo la Francia che qualcuno definisce sanguisuga sfruttatrice di stati africani lasciati in povertà per il tornaconto nazionale che si mette prepotentemente alla testa di una coalizione interanzionale per la salvaguarda economica di un altro paese, oltretutto nemmeno a lei tanto vicino geograficamente, stupisce davvero.

La domanda, quindi, sorge spontanea: cosa c’è sotto?

Non posso saperlo con adeguata sicurezza, ma certo il sospetto che una Ucraina perdente contro la Russia non possa essere, a guerra terminata, sfruttata dalle nazioni che oggi la sostengono e che hanno investito molto denaro e risorse in questa inutile guerra, che poteva tranquillamente essere evitata senza le provocazioni atlantistiche alla Russia, è davvero forte.

Il dubbio che fin dall’inizio mi assilla, invece, è se vale davvero la pena di mandare al macello centinaia di migliaia di persone e generare distruzione totale in vasti territroi solo per una egoistica mira economica, ovvero: lo sfruttamento economico di una nazione vale la vita dei suoi, e forse anche dei nostri, cittadini?

Non so voi, ma la mia risposta è sempre e decisamente NO, ovvero non vale mai la pena di mandare qualcuno morire per vile denaro, tanto o poco che esso sia, ma semmai vale la pena di morire per la libertà di tutti.

La soluzione, ribadisco per me, è quindi una sola in ogni luogo e situazione: l’utopica e mai realizzata autodeterminazione dei popoli prevista anche nella mai applicata carta ONU.

Forse non ve lo hanno detto, ma la vita umana non è un valore inestimabile, al contrario ha un prezzo ben chiaro, determinato e differente a seconda del punto di vista, se si tratti della nostra vita, di quella degli altri, se si è ricchi, poveri, cittadini comuni o capi di stato, sapendo che per quest’ultimi la vita dei propri connazionali dovrebbe persino valere più della loro, mentre stanno semopre piùà dimostrando che per loro non vale quasi nulla perchè al contrario chiederebbero pace invece di sostenere la guerra.

Vi stanno cercando di truffare con l’idea di una pace “giusta”, ma la pace non ha attributi, è pace è basta e quando viene accompagnata da un aggettivo è qualcosa d’altro che tende ad una condizione, così per una pace “giusta”, che prevede la guerra, si tende alla pace “eterna” come ultimo traguardo.

Se i capi di stato andassero al fronte a combattere in testa alle loro truppe come ci piace vedere nei film storici, potrei anche avere una qualche differente stima di loro, ma ciò non accade e quindi perchè dovrei morire io per loro se loro non sono disposti a morire per me?

Quando voterete, se ve lo lasceranno ancora fare, non votate per falsi e corrotti, non solo non sono mai stati vostri amici, ma voi sarete loro complici.

P.
Pierluigi Ferdinando Pennati
.
L’originale da cui ho tratto spunto per questo articolo: