LA GUERRA DEGLI AVVERBI

DI CLAUDIO KHALED SER

 

Lo scontro parlamentare sulla missione italiana nel Mar Rosso, NON é legato alla presenza di navi da guerra italiane nel mare, ma dal “perché” si trovano lì.
La bozza del Governo, licenziata dalla Commissione per l’approdo in aula, parlava di una operazione militare EMINENTEMENTE difensiva, avverbio che lasciava spazio ad altre velleità militari.
Oggi, il testo, parla di missione ESCLUSIVAMENTE difensiva, bloccando quindi tutti gli interventi militari sul territorio yemenita per “dissuadere” gli Houthi dal continuare a lanciare missili sulle navi che transitano nello Stretto.
E’ evidente che la guerra degli avverbi ha un peso fondamentale nell’operazione militare e nella presenza italiana a cui é stato affidato il comando delle manovre stesse.
Gli americani e tutti gli altri, non si curano minimamente degli avverbi e bombardano il suolo per evitare tali lanci.
Gli italiani dovrebbero intervenire SOLO quando il missile é partito dalle basi houthi e sta per cadere sulle teste dei marinai in transito.
NON un attimo prima.
In questo modo la guerra sarebbe solo DIFENSIVA e non OFFENSIVA.
Per chiarire meglio il concetto, un Agente di Polizia che si trova davanti una Persona armata che gli punta una pistola addosso, PUO’ sparargli solo e quando il criminale ha premuto il grilletto ed il proiettile gli sta arrivando in testa.
NON un attimo prima.
Converrete con me che la tesi ministeriale é alquanto bizzarra.
Manca perfino il coraggio di dire come stanno esattamente le cose.
L’ITALIA é nel Mar Rosso per garantire la libera circolazione delle navi che, attraverso il Canale di Suez, arrivano in Europa.
GARANTIRE significa anche PREVENIRE tutti gli atti ostili.
Quindi se abbiamo deciso di entrare in guerra, dobbiamo avere il coraggio di affermarlo evitando questa stupida ed insensata battaglia sugli avverbi.
La discussione va portata su questo e NON su EMINENTEMENTE o ESCLUSIVAMENTE.
Personalmente ritengo che la guerra degli Houthi al traffico marittimo in quel mare, sia ASSOLUTAMENTE sbagliata.
Nessuno può impedire a delle navi di percorrere, in acque internazionali, il tragitto indicato verso Suez ed ogni operazione militare contraria é da considerarsi un “atto di guerra”.
E vista l’impossibilità di discutere su questo principio con gli Houthi, si devono mettere in atto tutte le misure necessarie per confermare tale Diritto.
Tra queste anche quella di impedire agli Houthi di lanciare missili, disattivando le loro postazioni belliche sul territorio yemenita, senza aspettare che un missile sia partito e stia per affondare una nave.
Visto che gli Houthi hanno dichiarato guerra ad Israele, provvedano a lanciare i missili direttamente sul territorio israeliano o sulle navi battenti tale bandiera, ma NON POSSONO colpire indiscriminatamente ogni nave che passa da quelle parti, soprattutto in acque internazionali.
In caso contrario, io me ne sbatto degli avverbi e ti impedisco di farlo.