DI CLAUDIO KHALED SER
Affermare che il Popolo Palestinese sia di religione islamica, é un dato di fatto innegabile.
Così come é altrettanto innegabile riconoscere che gli israeliani sono di religione ebraica.
Stiamo parlando di due religioni che, pur essendo molto imparentate tra loro, hanno caratteristiche che le pongono in netto contrasto a causa del loro “fondamentalismo” che le caratterizza.
L’odio sottile che da sempre le ha poste una contro l’altra, sta proprio in quella dichiarazione di “credenza” che é un po’ l’art.1 della loro fede :
“Io sono dio, non avrai altro dio all’infuori di me”.
Questo stabilisce che, sia gli uni che gli altri, sono degli infedeli e dato che nessuno dei “due dei” sopporta l’infedeltà, la guerra tra loro é comandata dalle rispettive divinità.
Quindi la guerra tra Palestina e Israele é una guerra tra islamici ed ebrei.
Che poi, a questa motivazione, se ne siano aggiunte cento altre, non significa assolutamente nulla.
Chiamare gli israeliani ebrei, é come chiamare “neri” gli Africani.
Lo sono, dove sta il problema?
Il problema siamo noi.
Noi che abbiamo dato un significato indecente alle parole.
Questo infame razzismo che usa le parole per discriminare, offendere e separarci, é semplicemente vergognoso.
Abbiamo soppresso la parola “negro” e togliendole la “g” l’abbiamo resa accettabile.
Ma “negro” NON é un insulto, non lo é mai stato.
Lo abbiamo fatto diventare e l’ipocrisia é corsa subito ai ripari, eliminando una consonante.
Oggi, chiamare ebrei gli israeliani, ha qualcosa di sprezzante, non é più una “caratteristica religiosa” ma un marchio maligno che coinvolge anche tutti quei credenti che vivono lontani da israele.
E nello stesso modo il marchio islamico ha qualcosa di sinistro.
Ci allontana dal concetto religioso e ci avvicina ai tagliatori di teste dell’Isis.
Proviamo simpatia per il Popolo Palestinese ma poco o niente per l’Islam.
L’opinione pubblica, quella della signora Maria di Sondrio tanto per intenderci, non entra nella disputa israelo-palestinese, ma si ferma alla guerra tra gli islamici e gli ebrei.
Siccome, la signora Maria é cattolica, di quello che fanno quei due, poco importa, tanto sono colpevoli entrambi d’aver sbagliato dio.
Nello stesso modo, la Maria, nota che Salambo é nero.
Non le passa per il cervello che é un Uomo.
Il colore é un marchio.
Molti anni fa (non troppi veramente) quelli di Napoli erano semplicemente terroni.
Uomini, Donne e Bambini, avevano la T gialla cucita sul cappotto.
C’era (e c’é) addirittura un Partito che chiedeva al Vesuvio di “lavarli”..
La signora Maria era d’accordo.
Abbiamo chiamato per anni gli omosessuali “culattoni”.
Poi il bon ton ci ha imposto di definirli gay, termine allegro che non offende.
Ma anche se abbiamo aggiunto una gambetta alla C facendola diventare G, non é cambiato nulla.
Quelli restano culattoni.
La Maria ne é convinta.
Non dovremmo aver paura delle parole.
Usiamo tranquillamente “negro” o “culattone” o qualsiasi altro termine, perché l’offesa non sta nella parola ma nel significato che le diamo.
E chiamare ebrei gli israeliani non é un insulto, é quello che sono.
Magari é quello che fanno che dovrebbe preoccuparci.
Così come é sotto il colore della pelle che dovremmo guardare per giudicare un Uomo.
Il pacco non é il regalo.
Fatelo capire alla signora Maria.