HAMAS e ANP

DI CLAUDIO KHALED SER

 

Si incontrano oggi a Mosca i due principali attori politici della PALESTINA.
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Ci sarà una delegazione di HAMAS guidata da Ismail Haniyeh, leader del Movimento HAMAS e Riyad al Maliki, in rappresentanza dell’ANP di FATAH.
I colloqui dovrebbero servire per trovare un accordo sul futuro politico della PALESTINA, mediando tra i “falchi e le colombe” in modo da mostrare un interlocutore unico, autorizzato a discutere con gli israeliani.
E’ inutile ricordare che le posizioni di HAMAS e ANP sono, al momento, molto lontane, come del resto sono sempre state in questi anni.
L’ ANP si é sempre mostrata “tollerante” verso lo stato ebraico, disponibile a concessioni ritenute (giustamente) da HAMAS come irricevibili e non negoziabili.
Tra queste, la più importante é certamente il ritiro delle truppe d’occupazione israeliane dai territori palestinesi, sia nella Striscia di Gaza che in Cisgiordania.
Condizione fondamentale per iniziare un qualsiasi colloquio.
Ripristinare in toto la Sovranità Nazionale della PALESTINA, renderla libera dal capestro militare e da quello energetico, é sempre stato il primo punto messo, nero su bianco, da HAMAS.
Il “possibilismo” dell’ ANP sui tempi e metodi del disarmo e sull’autosufficienza della PALESTINA, NON possono trovare spazio in nessun tavolo di trattative con gli israeliani.
L’ANP sembra dimenticare che Israele é uno stato (fasullo) votato alla repressione usando sempre le armi per far valere le proprie ragioni.
Con gli assassini non si discute ma si cerca di annullare la loro inumana ferocia.
Per questo HAMAS ha dichiarato che é disponibile ad iniziare “colloqui di tregua” con i sionisti, SOLO E SE vengono riconosciuti come FONDAMENTALI questi quattro punti :
1) Un cessate il fuoco definitivo e totale e non solo una pausa umanitaria;
2) ritiro totale delle forze israeliane da Gaza e la libertà di movimento per i palestinesi all’interno della Striscia;
3) smantellamento di tutte le occupazioni abusive dei coloni in Cisgiordania e tutela dei territori palestinesi.
4) liberazione di tutti i detenuti imprigionati illegalmente nelle galere israeliane (sono oltre 3.500).
Senza questi punti fermi é chiaro che non si può nemmeno bere un bicchier d’acqua con gli israeliani perché comunque te la servirebbero avvelenata.
HAMAS conta sull’appoggio politico di Mosca e Pechino e su quello militare degli HEZBOLLAH libanesi, mentre l’ ANP si fa forte del sostegno di Egitto, Usa e Qatar.
Un’impasse destinata a durare nel tempo perché i valori fondamentali della PALESTINA non possono essere messi in discussione da accordi sottobanco da chi NON difende il Popolo Palestinese ma solo i propri interessi personali.