DEMOCRAZIA

DI GIANCARLO SELMI

Giancarlo Selmi

 

In nome della democrazia sono state scatenate guerre con centinaia di migliaia di morti. Molti dei quali civili.
In nome della democrazia si sono effettuate decine di invasioni di stati sovrani, prima che Putin lo facesse in Ucraina.
In nome della democrazia si è praticata la tortura a Guantanamo. Si sono sterminate, per le strade irachene, famiglie che avevano l’unico torto di essere nel posto sbagliato sotto di un elicottero americano. I componenti di quelle famiglie, avevano il torto di essere nati in un paese che aveva bisogno di “democrazia” e che gli “esportatori” se ne occupassero. E se ne occuparono, inventando l’esistenza di armi di distruzione di massa, o di costruzione di ipotetiche armi nucleari. Per poi dire senza vergogna e senza arrossire, che non esistevano le une né le altre. E ammettere che le prove erano… così, un poco peregrine. Un Segretario di Stato dichiarò il falso alla ONU. Tempo dopo lo ammise.
Assange ebbe il coraggio di aprire gli armadi pieni di scheletri e di rivelare, oltre che documentare, l’esistenza dei segreti sporchi degli “esportatori di democrazia”.
Gli stessi che oggi, vorrebbero rinchiuderlo in un carcere per 175 anni. O, peggio, sederlo su una sedia con le scintille.
Democrazia.
Ma quanto sono democratici loro! La democrazia sta uccidendo più persone, dentro e fuori, di quante ne abbiano ammazzate le guerre di religione.
Ma poi quale democrazia?
Quella che permette ai gruppi che detengono il potere (finanziario e politico), di riempire i giornali e le televisioni di menzogne?
Di censurare un cantante che nomina un termine che deve scomparire dai vocabolari?
Di stampare liste di proscrizione in prima pagina, con tanto di foto, di persone definite filo questo o quello, solo perché osarono dire cose diverse, poi rivelatesi peraltro fondate?
In cosa questo agire si differenzia da quello dei cosiddetti “autocrati”? Perché la loro è propaganda e quella dell’occidente santo è “informazione”?
Dopo la bagarre sanremese, Fazio si è precipitato a invitare Ghali. Molti lo hanno acclamato. Pensavano in un sussulto di libertà intellettuale dell’ecumenico prete del politicamente corretto.
E’ un furbacchione Fazio. E’ il Vespa del fiancheggiamento al PD peggiore. Ed è più pericoloso dei suoi colleghi di destra. Prende ordini come loro ma è più scaltro e subdolo. Ha cancellato Ghali e la “parola che non s’ha da dire”: genocidio. Ha perfino detto, lui, quello che voleva dire Ghali. Altro che Mara Venier.
Come ci giriamo cadiamo nel baratro. Che diventa ogni giorno più profondo.
Altro che “democrazia”.