LA SCOMPARSA DEL FATTORE PIU’ EDUCATIVO: LA CULTURA

DI GIANCARLO SELMI

Giancarlo Selmi

 

Dopo ogni tragedia, in maniera quasi automatica, tutti si rendono conto che la maggioranza degli italiani sia scivolata in un abisso di incultura, di mancanza di etica, di bieco individualismo, di narcisistico egoismo, di insopportabile maschilismo, di incapacità di accettare il rifiuto. Bla, bla, bla. Molti giovani sono dedicati quasi esclusivamente alla maniacale cura dell’aspetto fisico. E lo fanno a danno della cura della mente. Roba ormai vecchia di anni, aiutata dai media (trasmissioni come “Uomini e donne”, ma praticamente tutte le trasmissioni della De Filippi, che giudico meritevole di essere processata per affronto alla cultura), dall’avvento dei social, dalla scomparsa di spazi fisici per i bambini ecc. ecc. Ma, soprattutto, dalla scomparsa del fattore più educativo di tutti: la cultura.
.
La cultura… Il primo a parlarne male fu il “genio assoluto” Tremonti. Quello della “finanza creativa”. Un commercialista passato dall’aggiustare le dichiarazioni dei redditi dei propri clienti, ad aggiustare i bilanci dello stato. “La cultura non riempie la pancia”, disse. E così si è andati avanti, fra riforme dell’etere, una televisione del Servizio Pubblico sempre più leggera, diseducazioni di massa, progressivi definanziamenti, dequalificazioni della scuola, controriforme della stessa. Dalla distruzione della scuola pubblica pianificata e portata avanti dal peggior ministro della storia, quella Gelmini che faceva partire il tunnel del Cern dal Gran Sasso, per intenderci, alla “buona scuola” di Renzi, vera e propria pietra tombale (causa perfino di morti, nella parte, assurda, della alternanza scuola – lavoro).
.
La scuola e la famiglia sono le uniche aggregazioni sociali che possono limitare tragedie come quella di Giulia. Distrutte entrambe. La scuola da leggi incredibili, la famiglia dalla comunicazione e dalla cancellazione di quei valori che avevano reso gli italiani “brava gente”. La cultura in Italia è diventata noiosa. Non prende click. E così ci ha pensato il capo (la capa… fate voi) di questo governo di cialtroni ad affidare il ministero a uno come Sangiuliano. Che, proprio per togliere la noia, ha pensato bene di rendere tutto più divertente. E su di lui tutto si può dire, meno che non sia divertente. Si potrebbe obiettare che lo sia inconsapevolmente, ma sulle sue capacità di capo comico, poco si può dire.
.
Non credo che ci sia bisogno di ricordare il voto al “Premio Strega” dove il nostro era giurato e votò senza avere letto nessuno dei libri. O Dante Alighieri fondatore del pensiero di destra (Dio misericordioso). Ma di “sangiulianate” peggio di queste sono pieni i giornali. Una cosa però ha richiamato la mia attenzione: il film di Paola Cortellesi, premiato dal pubblico in maniera entusiastica, da molti ritenuto un capolavoro e addirittura didattico in questi tempi di femminicidi, fu respinto dalle commissioni del Ministero della Cultura, perché “privo di valore artistico” e non fu patrocinato, né finanziato. La colpa è delle Commissioni, dice Franceschini, la colpa è di Franceschini, dice Sangiuliano. In che mani è andata a finire la cultura, dico io. Poi guardo Netflix e scopro che una immonda cavolata, qual è “suburraeterna” è stata patrocinata e finanziata dal nostro Ministro della Cultura (non importa quale dei due). E il mal di pancia diventa insopportabile. Tanto quanto il chiacchericcio su Giulia, fatto da chi ha reso possibile, in circa 30 anni, la scomparsa di determinati valori. Fra questi l’educazione al rifiuto. E poi, basterebbe mettere una o uno colto alla cultura. Ci vuole molto?
.
Potrebbe essere un'immagine raffigurante 3 persone e testo
Immagine da Facciabuco.com pubblicato su NOSFERATU