DI MARIO PIAZZA
Il canone TV costa 90 Euro l’anno, quello del Fatto Quotidiano 192, Repubblica 70…
Il minimo necessario per mantenersi informati è diventato roba da ricchi e non sono affatto certo che “informati” sia la parola giusta perché la scelta, la descrizione e la chiave di lettura di qualsiasi accadimento assomigliano sempre di più alla propaganda e sempre di meno all’informazione.
Chi non ha soldi da spendere deve accontentarsi dei titoloni e dei preamboli prima che appaia la scritta “riservato agli abbonati” ma se ha tempo da perdere, confidenza con Internet e conosce almeno un paio di lingue può sempre provare a spulciare in rete per saperne di più, un lavoraccio che presuppone la capacità di distinguere le fonti attendibili dal ciarpame che le seppellisce.
Io credo sia questa la censura più pericolosa, non il divieto di dire questa o quell’altra cosa ma la progressiva esclusione di chi non è abbastanza ricco e colto dalla comprensione di ciò che accade. Internet che avrebbe dovuto e potuto aprire a tutti le porte del mondo ci sta lentamente riportando al Medio Evo, quando la conoscenza apparteneva ai ricchi e ai nobili mentre la plebe nella migliore delle ipotesi riusciva soltanto a riverire il potere o a biascicare contro di esso invettive senza contenuti.
E’ così che nasce il desiderio dell’Uomo Forte, qualcuno che pensi al posto nostro per sollevarci da un lavoro che non possiamo o vogliamo più fare ma quel che è peggio è sempre così, privandoci dell’informazione, che ci spingono ad astenerci dal voto delegando la sua scelta a chi “ne sa di più”.
Il fascismo è anche questo, non solo braccia tese e busti del pelatone.
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