COMMENTARE SANREMO

DI GIOACCHINO MUSUMECI

Gioacchino Musumeci

 

Scriverò poche righe e gestirò al solito decine di rompicacchio inferociti e inferocite.
E’ difficile commentare i fatti di Sanremo anzi, lascio l’esercizio dettagliato ai professionisti che si sono dati da fare per un intera settimana. Sul Corriere On line non c’era altro. Io mi sono limitato al balletto di Travolta, evento del grottesco epocale.
Elencare le cose belle del festival è facilissimo, difficile invece ammettere che la manifestazione nazional popolare porta con sé ogni vizio italiano, razzismo compreso.
Geolier, artista che non seguo e di cui non saprei dire se la canzone è bella o brutta, è stato fischiato immediatamente dopo l’annuncio della sua vittoria (non assoluta poiché ha vinto la Mango) e questo è senz’altro un dato di gran lunga peggiore del balletto del Qua Qua.
Alla vittoria del giovane napoletano sono seguite ipotesi disparate tra cui misteriose influenze della camorra condizionanti il risultato. Illazioni tra il deprimente e lo spregevole a cui non si dovrebbe neanche rispondere perché l’Italia d’altra parte è anche questo: “ci sono sempre tifoserie contrapposte, anche nella musica, come in altri campi…” Afferma il senatore della Lega Cantalamessa; semplificazione troppo comoda a parer mio.
A parte non doversi e potersi accontentare di una gigantesca bottega di comari e uomini pettegoli che traducono ogni cosa in confronto tra tifoserie, voglio ricordare che razzismo, razzisti e pregiudizi storici costituiscono un problema di proporzioni enormi con corollari politici deliranti. La lega, guarda caso, nasce proprio dalla contrapposizione pregiudizievole Nord / Sud perennemente banalizzata a spese dei meridionali.
Per coloro che ancora dovessero menare la zucchina col refrain degli “argomenti importanti” un’informazione : é il pregiudizio razzista trasversale ad aver costituito il terreno di coltura ideale per l’Autonomia differenziata. I danni che porterà saranno pagati dai cittadini del mezzogiorno a cui saranno sottratti miliardi.
Perciò se il festival di Sanremo contiene elementi e brutture razziste bisogna parlarne, non è solo godersi un “momento di leggerezza” perché ne abbiamo troppo bisogno.
Razzismo e razzisti sono ovunque, sono talmente radicati da aver spesso trasformato vittime nei principali nemici del meridione. Anche in una manifestazione canora che dovrebbe sedare gli animi il razzismo ha fatto breccia e se ne dovrebbe poter fare a meno.