IN RAI TRA INCUDINE E MARTELLO

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L’EDITORIALE di Gaetano Pedullà Direttore del giornale LA NOTIZIA

Per la prima volta da quando si è insediato il governo, e la Rai è diventata a tutti gli effetti TeleMeloni, sono stato ospite in una trasmissione del servizio pubblico.

In Rai tra incudine e martello

Per la prima volta da quando si è insediato il governo, e la Rai è diventata a tutti gli effetti TeleMeloni, ieri mattina sono stato ospite per una manciata di secondi in una trasmissione del servizio pubblico. Per un giornale indipendente e senza finanziamento pubblico com’è La Notizia, un oscuramento così prolungato, anche sulle reti Mediaset, costituisce un danno gravissimo, quasi irreparabile.

D’altra parte, se la stampa di regime racconta che la destra ha abolito la disoccupazione perché c’è il record di occupati, e anche la povertà (altro che Di Maio!) perché l’assegno di inclusione arriva a tutti, allora è chiaro che qualunque giornalista degno di questo titolo è sgradito. L’aumento degli occupati comunicato dall’Istat conteggia infatti il lavoro precario e sottopagato, mentre i sostegni per chi era aiutato dal Reddito di cittadinanza sono ridotti e in ritardo, senza contare che l’innalzamento dei requisiti sta già facendo perdere la casa e un pasto a migliaia di persone.

Ora Mediaset faccia quello che vuole, è di proprietà della famiglia che sostiene uno dei partiti di governo e in mancanza di una legge seria sul conflitto d’interessi il livello di pluralismo interno se lo misura come gli pare. Ma la Rai no, è di tutti e almeno il pluralismo – non dico la qualità – sarebbe garantito dalla presenza in Cda di consiglieri espressi dalle diverse forze politiche, che poi indicano i dirigenti dei canali e dei tg.

Dunque, si può capire che un giornale libero come questo che state leggendo sia escluso dai trombettieri del governo, ma come mai lo è altrettanto (se non di più) da chi dovrebbe far emergere le denunce che facciamo? Evidentemente non essere amici né degli uni né degli altri, ma semplicemente giornalisti, non è sufficiente. Così il Tg3 dov’è direttore Orfeo (Pd) non ci ha mai invitato esattamente come avviene nei canali con i direttori scelti in area di governo.

Per questo Conte ha ragione a non manifestare con la Schlein indignata perché chi adesso è al timone racconta la realtà come gli fa più comodo. In fin dei conti quelli che hanno campato dell’eterno amichettismo di sinistra valgono quanto quelli che regnano col neo amichettismo di destra.

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Direttore del giornale
30 Gennaio 2024