CARA ELLY SCHLEIN…

DI SALVATORE GRANATA

 

Cara Elly Schlein, mi permetto di darti del tu, visto che abbiamo la stessa età.
La riforma condivisa sulla RAI lanciata dal tuo partito, non può essere organizzata ed espletata con un semplice sit-in, ma nelle commissioni competenti in Parlamento. E il principale interlocutore dev’essere il Movimento 5 Stelle, che giustamente, a queste condizioni ambigue non vi parteciperà.
Perché lo sapete in primis voi del Pd che il controllo della governance del Servizio Pubblico e financo della maggioranza di turno, esiste grazie alla riforma imposta dal Pd renziano nel 2015. Capisci? Parliamo di Renzi, che oltre ad essere parlamentare, è anche direttore di giornale e consulente dei sauditi.
Fai un percorso logico, coerente. Sforzati, affrancati dalla vecchia gestione piddina infiltrata in ogni consiglio di amministrazione e in svariate partecipate pubbliche.
Non cercare consensi nell’area centrista, ma tra gli astenuti del tuo partito, come sta cercando di fare il Movimento. Qualcuno, per carità, l’hai già fatto scappare tipo Marcucci, l’amico di Renzi, ma costui era già in odor di fuga prima delle passate elezioni.
Però ancora hai un partito pieno di renziani. Hai la Serracchiani e delirio. Hai un partito infestato di democristiani.
Se vuoi proporre una riforma, prima epura i massoni e le mummie all’interno del tuo partito, e poi ti renderai conto che hai già l’interlocutore pronto, con cui tra l’altro, a differenza del disastro siciliano perpetrato da Letta, ti sei alleata per le elezioni regionali in Sardegna.
La pluralità d’informazione all’interno del sistema mediatico italiano con la destra non la puoi attuare né condividere (sono per il pensiero unico) e neanche, ripeto, con chi è pieno di conflitti d’interessi come Renzi. Idem, con Calenda, che è semplicemente il clone di quest’ultimo, ma meno furbo.
E lo stesso ragionamento vale per tutti gli altri temi irrisolti e che tanti chiedono da anni di concretizzare: legge sul conflitto di interesse, regolamentazione delle lobby, riforma della legge elettorale in senso proporzionale con reintroduzione delle preferenze, salario minimo, lotta al precariato, lotta all’evasione fiscale, il Lavoro (dove sempre il pd renziano con il Jobs Act ha fatto danni), la riforma delle pensioni, etc.
Se vuoi accaparrarti la “simpatia” dell’alleato principale e del suo elettorato (non il voto, ognuno con la propria identità), la strada, ribadisco ancora, è quella di avere un dialogo privilegiato con il Movimento 5 Stelle. E con tutte le associazioni che conducono battaglie sui temi succitati.
Faresti così due cose: recupereresti in parte la credibilità del tuo partito (come Conte fece ai tempi della cacciata di Di Maio) e sicuramente saresti molto più rispettata dell’elettorato pentastellato, che è molto esigente e prima di fidarsi pretende un gesto politico eclatante, vero, sincero.
Conte ti sta tendendo la mano in questo senso, non ti sta chiedendo di fondere Pd e M5S in unico soggetto, anche perché l’asticella morale del Movimento è molto alta è difficile da emulare e la sua storia non può essere accostata a quella di alcun partito. E allora prendi la palla al balzo. I voti per avere la maggioranza in coalizione sono nell’oltre 30% di astensionisti e nelle associazioni di sinistra che ripudiano la guerra (in Iran, in Palestina, in Ucraina, etc).
Vuoi entrare in positivo nella storia recente del nostro Paese ed essere protagonista di una rinascita vera e dare una mano a noi poveri cittadini disgraziati? E allora meno slogan, meno campi larghi e più fatti.
Io sono un pentastellato dibattistiano di sinistra (ma non sono iscritto a nessun partito, sono libero e odio le tessere), quindi pensa tu quanto dovrei e potrei avercela a morte con il Pd. Ma pur di vedere Renzi, Salvini, Meloni e Forza Italia fuori dalle istituzioni e pur di vedere i miei connazionali onesti più felici e rispettati, metterei in secondo piano i miei interessi personali, la mia ideologia e il mio orgoglio. Anche domani. Solo che non ho poteri istituzionali. Tu invece che ce l’hai, prova ad attuare questo semplice ma importantissimo e umile consiglio.
Mettiti ad un tavolo con Giuseppe Conte, Pier Luigi Bersani e Alessandro Di Battista (che darebbe un grandissimo apporto alla causa in materia di politica estera e non solo e ti consiglierebbe perfino di affrancarti dagli USA) e renditi agli occhi delle persone più indipendente e meno influenzabile e malleabile dal sistema.
Dai un segnale forte.
Se sei di sinistra (quella berlingueriana, non quella di Obama), con certe persone devi chiudere per sempre e su determinati temi, devi cambiare rotta e prendere posizioni nette. Altrimenti anche tu resterai parte dell’establishment e presto diventerai semplicemente una segretaria di passaggio di un partito che di sinistra ormai non ha più nulla.