UN SINDACO TESTONE

DI ANTONELLO TOMANELLI

ANTONELLO TOMANELLI

Se c’è un sindaco in Italia che può essere definito testone senza timore di smentita, quello è Matteo Lepore. Eletto a Bologna nella primavera del 2021, i suoi coup de théatre hanno sempre una caratteristica: non avere la minima base giuridica. Lo si è visto con la questione delle cittadinanze onorarie, consegnate a dir poco allegramente a soggetti che di meritorio non avevano proprio nulla.
Ora Lepore vuole costruire la sua «citta 30» asfaltando una legge emanata dal Parlamento, il codice della strada, introducendo il limite dei 30 km/h su tutto il centro storico e buona parte del territorio comunale.
Basta leggere l’art. 142 del codice della strada per rendersi conto di quanto sia illegittima l’iniziativa di Lepore.
Dopo aver fissato nel primo comma i limiti di velocità in autostrade, strade extraurbane e centri abitati, per i quali vige il limite dei 50 km/h, si legge: «Gli enti proprietari della strada possono fissare limiti diversi da quelli fissati al comma 1, in determinate strade e tratti di strada quando l’applicazione al caso concreto dei criteri indicati nel comma 1 renda opportuna la determinazione di limiti diversi, seguendo le direttive che saranno impartite dal Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Gli enti proprietari della strada hanno l’obbligo di adeguare tempestivamente i limiti di velocità al venir meno delle cause che hanno indotto a disporre limiti particolari. Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti può modificare i provvedimenti presi dagli enti proprietari strada, quando siano contrari alle proprie direttive e comunque contrastanti con i criteri di cui al comma 1».
Significa che l’imposizione di un limite diverso, generalizzato e perdurante nel tempo, in assenza di circostanze eccezionali di luogo e non sorretto da alcuna ragione specifica, proprio come ha fatto Lepore, per il Codice della Strada è qualcosa di impensabile. E Lepore l’ha fatto attraverso una delibera di giunta comunale che nelle sue speranze, non si sa bene alimentate da chi o cosa, dovrebbe prevalere su una legge del Parlamento.
E il potere del ministro dei trasporti di modificare unilateralmente quei provvedimenti comunali emanati senza rispettare le indicazioni dell’art. 142 del codice della strada, la dice lunga su quale debba prevalere tra normativa comunale e legislazione statale. In un caso del genere il ministro potrebbe mandare a Bologna uno squadrone di operai a cambiare tutte le segnaletiche, ovviamente a spese del comune.
Rimarrà comunque lo sperpero di milioni di Euro. Anche perché quei soldi Lepore non farà mai in tempo a recuperarli con le decine di migliaia di multe che fioccheranno, essendo destinate a finire sotto la scure dei giudici di pace, che non esiteranno a disapplicare la normativa Lepore in contrasto con il codice della strada. Ma se si vorrà seppellire quel nuovo limite una volta per tutte, bisognerà ricorrere al Tar, l’unico organo giurisdizionale che ha il potere di cancellare una norma da un ordinamento comunale.