DI GIOACCHINO MUSUMECI
Anno 2024: tra le schifezze del governo promesse alla Lega, c’è l’autonomia differenziata.
Le opposizioni trovano la quadra e si oppongono. L’idea principale, al di là del dibattito parlamentare che non può produrre grandi cambiamenti, consiste in un referendum abrogativo se il progetto leghista dovesse tradursi in legge.
Fratelli d’Italia inserisce un emendamento che solo apparentemente potrebbe rallentare il percorso istituzionale del progetto di Calderoli. Per conto mio si tratta di un emendamento “patacca” poiché l’autonomia differenziata è una “patacca”. Secondo la modifica se non ci sono fondi per i LEP (Livelli Essenziali delle Prestazioni e dei servizi che devono essere garantiti in modo uniforme sull’intero territorio) niente devolution. Non serve a nulla e spiegherò perché.
Quanti cittadini sanno di cosa parlo? Pochi perché il cittadino il più delle volte ha contezza unicamente di quanto spende per vivere non delle ragioni per cui si e giunti a costi così elevati. Perciò l’autonomia differenziata suona astratta ma non lo è. L’Italia porta in seno una grave frattura fin dall’unificazione e il cittadino deve pensare alle conseguenze estreme di questa frattura mai risolta. Cioè la definitiva sottrazione di risorse da territori le cui potenzialità sono inespresse proprio perché mancano risorse finanziarie, istituzioni trasparenti e vigili che garantiscano progresso: diffusione di scuole, servizi e infrastrutture che onorando i principi costituzionali elevino il popolo al livello di coscienza necessario per sottrarre, per esempio, potere al crimine organizzato; o dia al voto politico la sostanza che deriva dall’attivismo e coscienza popolare quasi completamente assenti.
Ma si può fare tutto questo se la divulgazione della cultura è l’ultimo dei progetti statali? E se non ci sono denari per costruire asili, SCUOLE, armonizzare economicamente le famiglie con un mercato del lavoro stabile, ma prima di ogni cosa si usano finanziamenti destinati ad altri capitoli per un di ponte dove volete andare cari leghisti meridionali. Forse A MILANO attraverso il magico ponte con cui vi hanno abbacinato? Di che vorreste parlare meloniani e Forzisti. Si faccia pure il ponte ma prima permettiate che si evolva la società di TUTTO il Paese.
Cos’è dunque la devolution: è il procedimento in cui lo Stato cede alle regioni competenze legislative e amministrative maggiori su temi che la Costituzione delega allo Stato centrale in nome dei princìpi di cooperazione, perequazione e solidarietà territoriale che l’autonomia differenziata affosserebbe.
E siccome i LEP, ovvero “livelli essenziali delle prestazioni”, su cui manca totalmente il dibattito politico e mediatico, sono definiti su variabili pagliaccio, letteralmente variabili Dummy, che si basano sul principio della spesa storica, inutile parlare di risorse per i LEP che condizionano la devolution. Seppure queste risorse esistessero, col criterio della spesa storica intatto, chi non aveva soldi ieri, ne avrà ancora meno domani “cum magno gaudio” del leghista meridionale scippato e felice. Si può essere talmente ingenui? Perciò l’emendamento di Fratelli d’Italia è un’ altra cavolata.
Fine della questione.
Ora si tratta di capire quanto le opposizioni vigliano davvero impedire che l’Italia, zoppa fin dalla nascita, non debba ritrovarsi paralizzata in carrozzina con il busto muscoloso e le gambe atrofiche. E questo esempio non vuole certo discriminare i disabili ma evidenziare che l’assenza di politiche efficaci per la condizione di disabilità, basta guardare le pensioni, danneggia gravemente il disabile che voglia con forza, perché è suo diritto, essere cittadino come tutti gli altri.
Uno stato “diversamente abile” si tollera se l’inabilità sia frutto di un incidente casuale non di scelte criminali deliberate. Uno Stato inabile dev’essere sostenuto da politiche che ne garantiscano la massima funzionalità, non l’autonomia differenziata che taglia le gambe al “disabile” e non usa risorse per la sua riabilitazione.
Esempi terra terra? Sicuramente ma per lo meno comprensibili a tutti.
