LETTERA APERTA A SCHOLZ

DI PAOLO DI MIZIO

 

Daje, Scholz, che ce la fai. Anzi, ce l’hai fatta. L’obiettivo di trasformare la ricca Germania in un paese in recessione ormai è raggiunto. Solo tu potevi arrivare a tanto: solo tu e quell’accozzaglia di mentecatti che sono i tuoi ministri.
Non è che tu non fossi stato avvertito. In tanti ti avevano detto che la guerra in Ucraina e le sanzioni alla Russia erano un piano americano per distruggere la Russia e la Germania. Lo avevano capito tutti. Russia e Germania erano i due poli di una visione, di una possibile alleanza futura che si sarebbe allargata di fatto a tutta l’Europa e avrebbe segnato il tramonto dell’egemonia americana.
Mica per caso gli americani hanno fatto saltare con la dinamite i tuoi gasdotti Nord Stream 1 e 2, che rifornivano la Germania di energia affidabile e a basso costo proveniente dalla Russia Eri stato avvisato da tanti, compresi Gerhard Schroeder e Oscar Lafontaine, entrambi ex leader del tuo partito, ricordi?
Quindi lo sapevi. Ma te la sei fatta sotto. Alla parola “America” ti veniva la tremarella alle gambe, ti si sbiancava il volto, come quel giorno alla Casa Bianca, quando Biden in tua presenza disse ai giornalisti: “Il Nord Stream 2 non entrerà in funzione. Sappiamo come fermarlo”. Ed era solo l’inizio di febbraio 2022, la guerra in Ucraina non era ancora cominciata.
E tu zitto, la coda tra le gambe, la testa china, lo sguardo spaurito. Poi, scoppiata la guerra, per evitare un confronto con l’orco “America”, hai fatto finta di non capire e ti sei messo a gridare in crescendo: “Più armi a Kiev, più soldi a Zelesnky, più sanzioni alla Russia!”.
Ecco, adesso ci sei riuscito: hai ridotto il tuo popolo alla recessione e alla deindustrializzazione, con un record di fallimenti aziendali, di chiusure d fabbriche e di licenziamenti. La produzione tedesca è tornata ai livelli del 2006, cioè quasi 20 anni fa. Hai cancellato 20 anni di crescita.
Sei contento? A noi spiace solo che tra poco l’onda di maremoto del tuo autoaffondamento arriverà in Italia, che ha/aveva nella Germania il suo principale mercato di esportazione e ha/aveva nell’industria tedesca il principale motore economico della nostra industria meccanica incluso il suo vasto indotto.
Ti ricorderemo come un tragico “cacasotto”, un clown terrorizzato, l’uomo che per paura non salvò né se stesso né l’Europa. Addio Olaf, spero tu voglia scomparire dalla scena politica, cosa a cui comunque provvederanno senza indugio i tedeschi, a giudicare dalla tua popolarità in patria.
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