DI MARIO PIAZZA
Questo governo non cadrà per le baruffe sulle candidature regionali ed europee, né per le vagonate di scandali che accompagnano i suoi rappresentanti, né per la travolgente mole di cose cretine che ci propina alternandole a sfacciate menzogne.
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Il suo collante è il potere, ma il potere riguarda gli eletti e non gli elettori. Gli elettori votano spesso per salvaguardare i propri personali interessi ma chi non ne ha, e sono la maggioranza, sceglie sulla base della propria cultura politica e in questa coalizione le culture sono due, quella liberale del berlusconismo e quella neofascista a sua volta declinata nelle due varianti nazionalistiche dei Fratelli e regionalistiche della Lega.
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E’ su questo che l’elettorato liberale dovrebbe inorridire, perché il teorema aberrante su cui poggia la cultura neofascista è lo stesso del ventennio mussoliniano: governare significa comandare, e comandare significa inevitabilmente privare i comandati dei propri diritti.
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Per il fascismo storico e per il neofascismo ridurre i diritti aiuta l’economia, aumenta la sicurezza e purifica la società. Come possa un elettore liberale convivere con questa impostazione ideologica sfugge a qualsiasi comprensione ma prima o poi anche il più ottuso tra essi capirà di essere finito in coalizione con il proprio nemico naturale.
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Speriamo si sbrighino, prima che il governo cada per la bancarotta economica, finanziaria, industriale, sociale e morale che ci aspetta entro al massimo un paio d’anni.
