GIORGIA MELONI NON RAPPRESENTA LA DX

DI GIOACCHINO MUSUMECI

Gioacchino Musumeci

 

GIORGIA MELONI NON RAPPRESENTA LA DX PIUTTOSTO LA ROVINA DEVASTANDO IL MERIDIONE COL BENESTARE DEI CITTADINI.
GIORGIA MELONI è NATURALMENTE associata all’idea di dx di cui si proclama alto rappresentante ma di fatto esprime una frangia deludente, distorsiva e priva di credibilità. La conferenza stampa più volte rimandata ha messo in luce enormi contraddizioni e una non comune quanto controversa capacità di mentire deliberatamente ai danni di tutti i cittadini compresi i propri elettori.
La Meloni più che destra è un frutto altamente tossico e addirittura peggiorato dell’ideologica berlusconiana secondo cui i cittadini, pur sofferenti e privati di diritti promessi dalla Costituzione, non sono che opportunità garanti del potere che ne deteriora gravemente il tenore di vita.
Gli elettori Meloniani, come generalmente quelli della Dx (e ciò vale anche per quelli schierati a Sx), paradossalmente non sono affatto spinti a cercare il meglio per rappresentare la dx sociale orami dimenticata e sostituita da una dx chiacchierona dalla classe dirigente arrogante che ignora la maggioranza dei cittadini a vantaggio di imprese e lobbies. Ciò che manca generalmente agli Italiani, e tra questi i maggiormente ammaestrati a subire sembrano concentrarsi nel meridione manca la fiamma della critica. Imbambolati davanti a leaders poco concreti e usualmente zerbini di poteri extranazionali, non possono pretendere. Il risultato di tanta passività è la classe dirigente raccapricciante che rappresenta il Paese e ciò non vale solo per la Dx.
A parte bugie clamorose sulla tasse che la premier sostiene di non aver aumentato malgrado gli aumenti dell’ IVA, e cioè tasse, per generi di prima necessità che famiglie con bimbi pagheranno di più, c’è per esempio la bugia sulle tasse alle banche e le grandi imprese dell’energia. La premier, che evidentemente proprio come la Lega immagina il futuro del Paese col meridione desertificato, ha tagliato il fondo di perequazione che garantirebbe equità nella distribuzione di servizi, ACQUA POTABILE COMPRESA, nelle aree del mezzogiorno sofferenti.
Essenzialmente la premier, che vive conferenze stampa con la minaccia della minzione selvaggia, non fa altro che tagliare servizi sociali senza mai sottrarre alle grandi imprese. Il dato gravissimo è che la notizia del taglio al fondo di perequazione, dato che riguarda il meridione, non ha alcuna eco, nessun giornalista ha posto la questione in conferenza stampa e non ve ne è traccia in alcun ufficio stampa di forze politiche d’opposizione.
Dato che non disponiamo di risorse- almeno così dice Meloni- si penalizza il solito meridione e si taglia un fondo che annualmente avrebbe disposto oltre 300 Milioni di euro per un totale di circa 4 Miliardi in un decennio. Tuttavia nel decreto anticipi il governo rinuncia a 450 milioni di euro derivanti dalla tassazione sugli extraprofitti delle aziende energetiche. Eppure in conferenza stampa la regina delle patacche ha affermato che il suo governo è l’unico ad aver tassato le imprese dell’energia. Non solo! La Meloni stende il tappeto rosso proprio alle imprese che non ha tassato aprendo le porte al mercato libero nel momento in cui i cittadini sono soffocati da costi aggiuntivi che lieviteranno perché le imprese dell’energia non avranno limitazioni. Bollette con orpelli aggiuntivi su cui si aggiunge maggiore IVA e perciò più tasse per tutti altro che “non ho aumentato le tasse”.
Ma mentre le imprese possono detrarre l’IVA i cittadini possono solo attaccarsi al tram oppure a un treno che si incaglierà nella prima galleria all’ombra di banchi a rotelle su cui s’è urlato per due anni.