PUNT E MES

DI MARIO PIAZZA

Mario Piazza

 

Prendere posizione sulla questione MES va oltre le mie risorse culturali e la mia presunzione, si tratta di una complicatissima istituzione finanziaria modificata più volte nei suoi 12 anni di vita.
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Se dovessi spiegare il MES a una mia nipotina o al mio caddie sudafricano sarei in grande difficoltà, potrei dire che si tratta di un prestito a cui i Paesi dell’Eurozona possono attingere prima di finire in bancarotta dando in cambio parte della loro sovranità. Come se per ottenere un mutuo dovessi consentire al direttore della mia banca di decidere lui se e quando posso cambiare la macchina, se posso andare al ristorante e quali piatti posso ordinare. Brutta roba, ma forse andare a dormire sotto un ponte è anche peggio.
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Una descrizione pedestre che puzza di populismo e di autarchia, dovrei vergognarmi di aver scritto una cosa tanto rozza se non fosse che la stragrande maggioranza dei parlamentari che ieri hanno bocciato la ratifica del MES ne sanno anche meno di me.
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E’ così che funziona la nostra democrazia. Una mezza dozzina di leader di partito decidono cosa sia più conveniente non per il paese ma per la prosperità elettorale delle loro botteghe e qualche centinaio di soldatini strapagati si accoda per non giocarsi il posto, succeda quel che succeda.
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Non so dire se il MES sia buono o cattivo ma è certo che questa volta l’abbiamo fatta grossa e forse non è neppure un gran male, chissà che non sia l’Europa a togliere di mezzo questo governo di clown.