LA CULTURA CE LA SIAMO GIOCATA DA UN PEZZO

DI SALVATORE GRANATA

 

Essere eletti con il 63% dei votanti complessivi (più di 1/3 degli aventi diritto è rimasto a casa, record assoluto con astensione al 37%), ottenendo a stento il 26%, in coalizione con lega, Forza Italia e noi moderati (sotto la soglia dell’1%), con Renzi (sotto la soglia di sbarramento) e Calenda uniti a fare da spalla democristiana in un connubio fondato su interessi personali per far finta di essere dall’altra parte, con il PD all’opposizione (giustamente) ai minimi storici e alleato con Fratoianni, Soumahoro, Di Maio e con il Mov 5 stelle devastato soprattutto dai “traffici interni”…non è affatto democratico. È che ci sono leggi ridicole che lo permettono. Quindi semmai è legale e legittimo, ma eticamente scorretto e intellettualmente disonesto.
Se poi aggiungiamo che l’informazione e i media sono per metà nelle mani degli eredi e dei soci di berlusca da decenni (anche il Servizio Pubblico con Vespa e altri soggetti simili), e l’altra in quelle di democristiani, piddini e renziani, e che abbiamo una legge elettorale incostituzionale architettata per abolire la democrazia (con premi di maggioranza che neanche sotto l’albero di Natale), e che più del 5% di voti degli aventi diritto è stato letteralmente “buttato” (non trovo altro termine) tra paragone, alternativa, Rizzo, Unione Popolare e Razzi…beh, suggerirei ai politici e ai giornalisti, di non prenderci tutti per coyotes. E di non rompere i “coyotes”.
Il nostro Paese ha un sistema paralizzato, oggi più che mai: un’oligarchia masso-mafiosa che privatizza la qualsiasi e favorisce i ricchi, con parecchi italiani opportunisti alla Di Maio e alla Marchese del Grillo.
Ah, dimenticavo. Siamo anche presi per il fondelli dai social in materia di pubblicazioni (in particolare se parli di guerra, argomenti giudiziari o di povertà). Perché anche quando riesci a pubblicare un pensiero o un testo scritto con rabbia, spesso devi misurare tutte le parole che scrivi (in particolare i profili più esposti), per non incappare in querele preventive, ovvero minacce per farti tacere. Chi ha gli attributi, dovrebbe difendersi dialogando, a volte anche in maniera accesa.
Ma quando sei a 90° oppure hai l’immunità, non c’è partita. Come quando non hai un lavoro che ti permette di essere indipendente e quindi fai di tutto per leccare. Sono la disoccupazione e i salari bassi i veri “metadoni” di Stato.
Per me la politica odierna fa pena. Anche se quella precedente già mi disgustava.
È comunque il mio misero parere. Che potrà sembrare pessimista, quando invece è semplicemente realista. Ad essere pessima, purtroppo, è la realtà. Per non parlare dell’essere umano.
La politica è un servizio (anche gratuito) per la collettività e non una medaglia da mettersi al petto per fare carriera, soldi e sentirsi un cacchio e mezzo nella vita. E far comprendere questo a tanti è e sarà sempre impresa ardua, per via di interessi, ricatti ed egoismi.
Serve prima una rivoluzione culturale. Ma anche qui, la cultura in Italia ce la siamo giocata da un pezzo.