CNEL: QUEL CARROZZONE BUROCRATICO, MISTERIOSO QUANTO INUTILE

DI SALVATORE GRANATA

 

Nella futura battaglia contro i salari bassi, voluta fortemente dal M5S che ha chiesto per mesi un tavolo di governo per presentare la sua proposta, il Cnel sarà uno dei protagonisti principali.

Eh già, perché la Meloni, la donna forte e patriottica, suddita dell’america, dell’Europa di Ursula, di Gasparri e di La Russa, si è presa 60 giorni per formulare una proposta alternativa, per dare una risposta insomma. E ovviamente non avendone una, e soprattutto da buona “borgatara”, l’ha buttata in “caciara”, richiamando alle armi l’organo istituzionale più inutile della Repubblica Italiana, appunto il Cnel. Quel carrozzone burocratico misterioso e leggendario che perfino Renzi voleva abolire nel suo famoso referendum-fritto misto del 2016.
E chi è l’attuale presidente? Il mitico Renatino Brunetta, uno che stava passando col compare del rignanese (Calenda), dopo aver militato per anni con “l’ei fu”, salvo poi essere trombato prima della chiamata alle urne. Come Gelmini e Carfagna, entrambe silurate nei consensi, ma che grazie al rosatellum voluto dall’altro “compare” di Renzi (Rosato), ancora una volta ce le ritroviamo in Parlamento.
Quindi cari amici, sulla discussione circa il salario minimo legale, a dibattere e ad avere un parere importante in merito sarà l’ex ministro della Funzione Pubblica e l’Innovazione durante i governi “ei fu IV” e Draghi (dal 2008 al 2022), Renatino Brunetta, che nel tempo si è distinto per una tutt’altro che spiccata sensibilità verso le categorie più fragili o con il contratto paralizzato da decenni.
Oltre al celebre “fannulloni”, Renato, neanche un anno fa, in un’intervista al Sole 24 Ore, ma anche semplicemente su Twitter (5 giugno 2022) in merito al salario minimo dichiarava:
“Il salario minimo per legge non è la soluzione. Mortifica la contrattazione, che è il cuore pulsante dei rapporti sindacali del nostro Paese. Occorre agganciare la contrattazione collettiva alle dinamiche della produttività, in una prospettiva di reale condivisione dei risultati”.
Aspè. La contrattazione si mortifica gioia?
Cioè, come per il reddito di cittadinanza, ci sono dei diritti che qualsiasi essere umano deve avere. È l’uomo o la donna a essere mortificato/a, non la contrattazione.
Non parliamo di essere pagati in base ai bonus (ad esempio in base alle vendite) o a quanto si produce, ma secondo una soglia dove si comincia a respirare aria di dignità.
Altrimenti caro Renatino, se dovessimo applicare le tue parole alla tua “professione”, dovremmo giudicarti in base alla produttività, ovvero lo zero assoluto e poi dovremmo anche “condividere”.
Però non condividiamo i risultati miseri che hai ottenuto, attenzione, non solo tu: CONDIVIDIAMO PRIVILEGI, STIPENDIO, ORARIO DI LAVORO E MAGARI DUE MANGIATE AL TWIGA, nonostante, ripeto, i risultati del cacchio.
Per il resto, usando una sorta di paragone figurato ed edulcorato, la Meloni, anziché chiamare il 115 per l’intervento dei pompieri dopo lo scoppio di un incendio doloso in un palazzo, pare abbia chiamato direttamente il “piromane” per abbattere completamente la struttura.