ARGENTINA, UN GRANDE PAESE

DI GIANCARLO SELMI

Giancarlo Selmi

 

L’Argentina è un grande paese, ma la sua popolazione è tutt’altro che ricca.
È un paese, come altri in America Latina, con enormi contraddizioni, dove una piccola minoranza detiene la maggior parte della ricchezza nazionale. Le differenze sociali sono spaventose e gran parte della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà.
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Come molti altri paesi latinoamericani è stato retto per lunghi periodi da governi filo americani (quando non da dittature filo americane) con un unico credo economico: il neoliberismo. L’ultimo Presidente è stato Alberto Fernandez, che veniva dopo Mauricio Macrì, un ultra liberista che aveva letteralmente sconquassato il paese. Fernandez proveniva dalle fila di un partito di centro alleatosi, per l’occasione, con i peronisti di sinistra. Un Renzi d’oltreoceano. E una sinistra che di sinistra aveva ormai nulla. Vi dice qualcosa?
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Prima ancora di lui Cristina Fernandez, moglie e vedova del mai troppo compianto Nestor Kirchner. Ultimo presidente argentino degno dell’incarico e vera e propria oasi nel deserto. Ma la moglie… Shopping milionari in Via del Corso, lei di sinistra… Vabbè vi lascio immaginare. I poveri d’Argentina (sono la maggioranza degli elettori, quindi…) delusi da una sinistra non più sinistra, hanno votato un ultra neoliberista. Uno che privatizzerà pure l’aria che respirano. Che farà scomparire quel poco di welfare che esiste in quel paese. Che toglierà i servizi che ancora aiutano la popolazione Argentina a sopravvivere.
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Salute? Nada! Educazione? Nada!
Macelleria, anzi carneficina sociale annunciata. Work in progress. Il nemico è l’inflazione. E verrà combattuta a danno dei meno abbienti. E con danni pazzeschi. Sempre per i più deboli, chiaro. Vanno tutelati i risparmi dei ricconi. Ha già annunciato che sostituirà il peso argentino con i dollari. Per limitare l’inflazione, certo. Ma ha omesso di ricordare un disastroso precedente, quello di Cavallo, ministro dell’economia del Presidente Menem. Il fenomeno Cavallo tenne per anni il peso argentino legato al dollaro e condusse il paese nella più grave crisi economica della sua storia.
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Milei vuole fare di più, dollarizzerà, eliminerà il peso. Condannerà il paese ad avere come moneta di riferimento quella di un’economia che viaggia a velocità doppia rispetto a quella Argentina. Ne risentiranno le esportazioni, evidentemente. Un mezzuccio idiota con il quale il tipo pretende di frenare la corsa all’inflazione e che, invece, produrrà gli effetti opposti. Cose già viste. Ma la cosa più assurda del risultato delle elezioni argentine, è quella che i poveri abbiano votato uno che li massacrerà. Accadrà ciò che è accaduto in Brasile, Ecuador, Bolivia: nelle prossime elezioni voteranno qualcuno che veramente voglia il bene del popolo. Sicuramente non un neoliberista. Forse questo benedetto suffragio universale non è proprio il massimo. Ho qualche dubbio. E, comunque, una cosa pare certa: in cabina elettorale l’imbecillità è internazionale.