CAMPO LARGO

DI MARIO PIAZZA

Mario Piazza

 

Piano piano ci stiamo arrivando, quei 50.000 di piazza del Popolo ci dicono che un “campo largo” capace di opporsi a questa ultradestra mefitica non solo è possibile ma è nell’ordine delle cose.
Quei quattro leader di diverso peso specifico (Schlein 20, Conte 17, Fratoianni e Bonelli 4) non solo condividono un’idea di paese diametralmente opposta a quella dei lanzichenecchi al governo ma tutti e quattro hanno nella loro genesi una caratteristica che lascia spazio all’ottimismo: sono tutti a capo di partiti geneticamente modificati e non è illusorio credere che troveranno la quadra anche sui due punti che maggiormente li dividono, la Pace e l’Ambiente.
A questo aggiungiamo l’incredibile serie di cantonate che il governo continua a prendere rendendo se stesso sempre più ridicolo e la crisi economica e sociale talmente dirompente da svegliare buona parte degli astensionisti, e mettiamoci pure l’anima nera della triplice di governo che riemerge dalle panzane elettorali nell’orgia di potere in cui si sta rotolando: i meloniani sempre più fascisti, i salviniani sempre più razzisti e secessionisti, i forzitalioti indissolubilmente agganciati alla classe economicamente dominante a colpi di sfruttamento e corruttela.
Se la fine di questa tragica pagliacciata è a mio modo di vedere certa altrettanto certa non è la sua data e non sono sicuro che essa avverrà in tempo per consentirci di risalire il baratro in cui siamo sprofondati. Incrociamo le dita, ma mentre lo facciamo scendiamo in piazza e scioperiamo ogni volta che ne avremo l’occasione.