DILETTANTI ALLO SBARAGLIO

DI GIANCARLO SELMI

Giancarlo Selmi

 

La grottesca telefonata fra la “Presidento Gioggia” e un comico russo spacciatosi per capo di stato africano, fa venire in mente un paio di cose: Totò e la Repubblica del Katonga, come scritto dal grande Travaglio, ma anche un fortunatissimo programma, prima radiofonico e poi televisivo, che si chiamava “La corrida, dilettanti allo sbaraglio” con l’ottimo Corrado che si barcamenava fra improbabili tenori, imitatori, ballerini. Gente che cantava “e lucean le stelle” con il timbro dei cugini di campagna, fra risa, frastuono di pentole e improbabili quanto ingiustificati applausi.
I “dilettanti allo sbaraglio”, ahinoi, non sono pensionati della Val d’Elsa o geometri di Canicattì, ma gli attuali governanti, i loro collaboratori e la “Gioggia” in persona. E risultati ed effetti del loro dilettantismo sono devastanti.
E così ci ritroviamo a battere pentole e fischiare, una che spiattella segreti di stato, posizioni del governo italiano e, cosa assai grave, si mette a parlar male di un capo di stato straniero e di un paese europeo, al presidente dello stato di Katonga, ovvero alla versione russa di Totò. Richiedendone perfino solidarietà e complicità nei velati (neanche tanto) giudizi su Macron. Giudizi inopportuni a prescindere, anche si fosse trovato un presidente vero all’altro capo del telefono.
Erano pronti.
Lo erano. Era l’obiettivo che non era chiaro.
Adesso lo è: distruggere ciò che resta (molto poco) di questo Paese. E mentre noi fischiamo e percuotiamo pentole, altri applaudono un tenore improvvisato e stonato. Tipo Mazzolari e le grottesche macchiette giornalistiche di destra. Ma questi sono pagati per farlo. Ciò che non ha senso, sono gli applausi che continuano a venire da molti italiani. Nonostante tutto.
Ma per questo aspetto gli studi vanno approfonditi.
Mai visto tanto masochismo collettivo.