LA BURLA DEL CANONE RAI

DI PAOLO DI MIZIO

 

Dalla rubrica “LE LETTERE” di Paolo Di Mizio – dal giornale La Notizia

Mi stupivo che la Rai perdesse una parte di canone, poi ho scoperto che riceverà gli stessi soldi di prima, ma presi dalla fiscalità generale. Così il canone lo paghiamo sempre noi, con 70 euro in bolletta e 20 nell’Irpef. Che schifo.
Piera Coschi
via email

Gentile lettrice,

mi sorprendo che qualcuno ancora si sorprenda dei trucchi della Meloni. Tutto quello che la premier dice è una trappola per gonzi.

Indebolire la Rai? Giammai, ora è di proprietà meloniana. Perfino Gasparri con insolita sincerità ha spiegato che “il canone è una chiacchiera da bar, perché poi dal monte tasse si prelevano 420 milioni da dare alla Rai. Forse era meglio dire la verità”.

Ma al di là di questo, la Meloni smentisce coi fatti tutto ciò su cui negli anni ha costruito il consenso. E non parlo solo di taglio delle accise, blocco navale dell’Africa o mille euro con un click. Parlo dell’essenza del suo partito, che si è presentato come sovranista e invece era servilista, sdraiato a mo’ di Fracchia, in modo imbarazzante, ai piedi di Usa ed Ue. L’unica promessa mantenuta è stata di demolire il Reddito di cittadinanza, perché se si tratta di colpire i poveri la peggiore premier di tutti i tempi non si risparmia, col controcanto del cognato genio, quello che “i poveri mangiano meglio dei ricchi”.

È triste pensare che FdI ha ricevuto i voti soprattutto dai poveri, dalle classi meno abbienti, oltre che da una fetta di Ztl, ex elettori del Pd. Ora l’ultima della Meloni è che “Il Pil dell’Italia cresce. Nel 2024 saremo la locomotiva d’Europa”. Invece secondo tutte le previsioni nel 2024 l’Italia avrà la crescita più bassa dell’eurozona.

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Paolo Di Mizio 

Dalla redazione del giornale

Direttore Gaetano Pedullà

29 Ottobre 2023