IL PAESE DEI FURBI

DI LEONARDO CECCHI

LEONARDO CECCHI

 

Leggo che gli ultimi dati indicano che i tassisti in Italia dichiarano in media 15mila euro l’anno.

Non trovo altro modo di esprimere ciò che penso se non in questo modo: sono onestamente stufo di un pezzo di questo Paese.
Profondamente.
Sono stufo di vedere che chi è furbo se la cava sempre.
Sono stufo di dover pagare per gli altri quando gli altri se ne approfittano sempre e comunque.
Sono stufo marcio, ma davvero marcio, di un sistema dove se sei onesto sei preso per un fesso che può essere spremuto fino all’osso appunto perché corretto, mentre chi vive nella disonestà più completa viene visto un dritto, uno in gamba.
Ma la cosa di cui sono più stufo è uno Stato che non protegge me e quelli come me, schierandosi dalla parte dei dritti.
Vorrei che domani venissero emesse 50mila licenze taxi in tutta Italia. In asta, a 100mila euro ciascuna. E che il ricavato andasse su sanità e infrastrutture. O che si aprisse a Uber Pop e si scardinassero i privilegi di una corporazione che non contribuisce al sostentamento della comunità, ma che pure usufruisce di tutti i servizi pubblici che vengono pagati dagli altri, incluso il sottoscritto.
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Basta essere ostaggi di pochi.
Basta favorire i furbi a danno degli onesti.