USA ED EUROPA NON PIU’ AL CENTRO DEL MONDO

DI ENNIO REMONDINO

 

Dalla redazione di REMOCONTRO

Il mondo nuovo su cui pochi oggi capiscono qualcosa, mentre due voti a distanza di migliaia di chilometri da Bratislava a Washington segnano il futuro della guerra in Ucraina. Dopo G7, G20, Brics, Onu, la politica dei blocchi cambia ancora, prova ad analizzate Avvenire, preoccupato. Usa ed Europa sempre più sgraditi, mentre la Russia, nonostante la guerra, resta forte. E la Cina è pronta ad abbandonare il soft power armandosi rapidamente. E gli emergenti premono, il segnale ultimo.  

«La geopolitica globale si muove, sussulta, soffre»

“Washington politica impotente, per fermare la paralisi amministrativa toglie dal bilancio gli otto miliardi per Kiev. In Slovacchia vince l’ex premier filo-Putin Robert Fico, che con Orbàn rappresenterà il nucleo di una nuova ‘Visegrad anti-ucraina’. Mentre tra due settimane si voterà anche a Varsavia, che proprio sulle armi da inviare a Zelensky si è spaccata. Con un’Europa alle prese con crisi economica, inflazione, profughi e varie elezioni di primavera. «Con l’inverno alle porte, il morale non proprio altissimo e sempre meno amici nel mondo l’Ucraina forse ora si sente più sola», avverte Fabio Carminati.

«Nuovo disordine mondiale»

Qualcuno – i meno ottimisti i più realisti – parla di «Nuovo disordine mondiale». Per molti altri si tratta invece di una «distruzione creativa», prova a consolarci Giorgio Ferrari. Ma sull’argomento, il ponderoso Schumpeter avvertiva sulla struttura economica cannibale, «che si autodistruggeva creandone sempre una nuova». Citazioni colte che si rincorrono, dall’utopista Aldous Huxley a Karl Marx prima di lui. «Ma nessuno di loro aveva immaginato che il mondo si ripartisse in quattro zone, quattro zolle tettoniche strettamente connesse e in forte competizione tra loro come sta accadendo oggi».

Attualità delle guerre solo a perdere

Usciti dalla Guerra Fredda ci eravamo illusi, dando retta a Francis Fukuyama e al suo saggio sulla ‘fine della Storia’, convinto che la diffusione delle democrazie liberali, del capitalismo e dello stile di vita occidentale avrebbe prevalso in tutto il mondo. Inciampo storico tra Storia maiuscola e cronaca, esaltando a ‘scontro di civiltà’ l’eterno brutale confronto fra potenze. Ma allora cosa sta realmente accadendo?

America-Europa

Da almeno dieci anni il protettore militarmente vincente dell’Occidente si è visibilmente ritirato dalla tutela politico-economica sull’Europa dall’epoca del Piano Marshall, oggi sostituito in larga misura dalla Nato. Ma l’impegno nel sostegno all’Ucraina – sul quale si addensano molte nubi in vista delle presidenziali del 2024 – non riesce a nascondere la vera partita in corso a Washington: quella con la Cina, un duplice confronto non esente da rischi bellici che si svolge sul predominio dei mari e sulla competizione economica. Scontro fra potenze e ‘civiltà’, quasi invisibile in coda.

Europa economica schiacciata

L’Europa economica finita nel mezzo, «stretta nella ricaduta delle sanzioni che sta imponendo alla Russia e da una congiuntura sfavorevole e tuttavia legata a doppio filo all’interscambio con la Cina, grande fornitore-importatore dei suoi prodotti». Più brutalmente, una recessione continentale alle porte con le sanzioni imposte che rimbalzano dalla Russia per bloccare appena accennate ‘vie della seta’ con Pechino. E dietro riti stanchi come il G7, «s’intravede una sconfortante verità: Stati Uniti e Europa non sono più da tempo al centro del mondo. O quanto meno, debbono condividerlo con altri inquilini».

Federazione Russa

La Russia colpita economicamente come più non s’era potuto immaginare. Eppure, scrive Avvenire, «a dispetto della guerra di aggressione all’Ucraina, delle sanzioni che hanno congelato le sue riserve internazionali per 300 miliardi di dollari, del rublo giunto ai minimi rispetto alla valuta americana, del manto illiberale che Vladimir Putin ha steso sulla società, la Russia rimane un gigante economico, politico e militare». Con un problema in più per l’Occidente euroamericano di fiato corto con che Mosca guarda ormai verso la parte asiatica del suo territorio e la Cina, alleata economica e politica chiave. In attesa farsi anche iperpotenza militare.

Cina spinta verso Mosca

Al soft power con conquista di porti, aziende, marchi, appezzamenti africani e latino-americani ricchi di terre rare essenziali per le tecnologie avanzate, la Cina ora mostra i muscoli. La pericolosa roulette con l’America e alleati attorno a Taiwan che impone al Giappone e alla Corea del Sud il raddoppio dei bilanci difesa. Un riarmo globale in tutta l’area indo-pacifica, con l’India di Narendra Modi, in bilico fra Paesi non allineati e tentazioni americane. Con il progetto di connettere l’India al Medio Oriente e quindi all’Europa attraverso una rete di porti, ferrovie e cavi sottomarini. Risposta anti-cinese alla Via della Seta.

Brics allargati

Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica, i cinque famigerati Brics. Dal primo gennaio 2024 entrano sei nuovi Paesi. Parte di quel Sud del Mondo che rappresenta l’80% della popolazione del Pianeta, e reclama il suo posto al tavolo dei grandi. Capeggiati dalla Cina, i Brics allargati rappresentano quel nuovo ordine economico mondiale che auspica fra l’altro una de-dollarizzazione degli scambi «e bussa con forza alle porte del vecchio esausto mondo rappresentato da istituzioni e fragili congegni come la Banca mondiale, il Fondo monetario e soprattutto, l’irriformabile Onu».

Tutto sta cambiando, tutto si rimescola

«Zolle tettoniche in movimento, con quali esiti è impossibile dirlo. Non tutti nefasti, certo, ma questa Guerra Fredda 2.0 che avvolge il mondo all’insegna di un riarmo globale non è il miglior biglietto da visita per il futuro».

 

Articolo di Ennio Remondino, dalla redazione di

2 Ottobre 2023