LE BABY GANG CONDANNATE A FARE STRADA

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Editoriale di Gaetano Pedullà direttore de LA NOTIZIA

Il risultato è che si fanno beffa dello Stato sia i responsabili di grandi crimini che le baby gang.

Le baby gang condannate a fare strada

Nel giorno in cui viene scarcerato per un cavillo Salvatore Buzzi, il ras delle cooperative che corrompeva mezza Roma e faceva milioni con la gestione dei migranti, il governo decide di spedire in cella i minorenni beccati a spacciare anche piccole quantità di droga e i genitori che non mandano i figli a scuola.

Il risultato è che si fanno beffa dello Stato sia i responsabili di grandi crimini che le baby gang, i primi perché la fanno ancora una volta in barba alla certezza della pena e i secondi perché non gli frega niente di qualunque pena, in quanto senza alternative alla dura legge della strada, abbandonati a un degrado educativo e culturale che fa del carcere un nuovo gradino della loro carriera criminale.

Invece di rieducare, infatti, le nostre patrie galere zeppe di detenuti e con poco personale cancellano pure quel briciolo di innocenza che c’è in ogni adolescente. Certo, andare per il sottile non permette di sottrarre manovalanza all’unico ufficio di collocamento che funziona, reclutando leve per ogni tipo di reato. Ma per una tale sfida non c’è migliore soluzione che spedire nelle aree problematiche insegnanti, preparatori sportivi, assistenti sociali, oltre che poliziotti e imprenditori da non lasciare mai soli.

Il resto sono specchietti per le allodole, come gli spettacolari blitz di questi giorni nelle piazze dello spaccio. Operazioni che non portano a niente, se non a consentire ai delinquenti di farsi un po’ di ferie, perfettamente consapevoli che una volta andate via le telecamere si ricomincia a rubare e spacciare come e più di prima.

Direttore de
8 Settembre 2023