POLITICALLY S-CORRECT

DI MARIO PIAZZA

Mario Piazza

 

A chiunque può capitare di formulare pensieri discutibili, roba che ci appare sensata nonostante sia in contraddizione con ciò che siamo o che vorremmo essere, e a chiunque può capitare di esprimere quei pensieri con parole di cui non ha percepito il significato profondo, sempre dispregiativo ma spesso anche ingiustamente riduttivo o estensivo.
Non è una colpa grave, non lo è finché ci rivolgiamo a persone che conosciamo bene. Con queste persone possiamo confrontarci e punzecchiarci, e comunque vada a finire la conversazione otterremo il vantaggio reciproco di costringerci a pensare e di conoscerci un pochino meglio. Diverso, molto diverso è quando le nostre parole vengono ascoltate o lette da perfetti sconosciuti. Come nelle chiacchierate al bar, come nei social, come nei libri, come in televisione.
Di nuovo senza volerlo sto parlando di una metafora, quella del lupo che la “first lady” al maschile e cioè il compagno di Giorgia Meloni ci ha rifilato dai microfoni di Rete4 parlando degli stupri.
Credo che il pensiero di fondo del suo ignobile pistolotto abbia attraversato in qualche occasione anche la mente di ognuno di noi, perché se è vero che l’appartenenza al sesso femminile non può e non deve essere mai una limitazione alla libertà delle proprie scelte è altrettanto vero che esercitare qualche cautela rientra nei normali comportamenti di entrambi i sessi.
L’impalpabile ripugnanza sta tutta nella metafora del lupo, perché quando un lupo sgozza e mangia una pecora non fa altro che ubbidire al proprio istinto di nutrirsi e nessuno si sognerebbe di condannarlo per questo. In quella avventata allegoria è nascosta la mitigazione dello stupro ridotto a una battuta di caccia e la riduzione a prede per il genere femminile, pecore da scannare.
La sto facendo troppo lunga soltanto perché stiamo parlando di mister Meloni? Può anche darsi, ma “chi parla male pensa male” (Cit. Nanni Moretti) e in televisione non ci dovrebbe stare.