TOKIO, SUPER CACCIA CON ROMA-LONDRA PER SMARCARSI DAGLI USA. PROBEMA PETROLDOLLARI

DI PIERO ORTECA

REDAZIONE

 

 

Asse Roma-Londra-Tokio a impegnare soldi e futuro. Accordo poco sviscerato tra Italia, Gran Bretagna e Giappone, che ora si complica. L’Arabia Saudita vuole entrare nel progetto
Secondo il Financial Times, Roma e Londra sarebbero favorevoli all’ingresso di Riad nel consorzio, ma non Tokyo. Mohammed bin Salman offre i suoi ingegneri, il suo ruolo strategico e tanti soldi.
‘La sicurezza delle regioni euro-atlantiche e di quelle indo-pacifiche è indivisibile’: voce GB e pensiero Usa. Lettura strategica aglo-americana, col supporto del frammento Ue più allineato.

 

Vincoli sul futuro

“Accordo firmato, assegno pesante a scadenza. Una iniziativa molto impegnativa che disegna scenari strategici di lungo periodo che impegnano anche politicamente i firmatari. Politicamente e finanziariamente a condizionare, in qualche modo, la politica estera anche dei futuri governi, visto che gli aerei dovrebbero entrare in linea nel 2035. Sottovalutazione politica in casa”.

Caccia di sesta generazione

Il caccia di sesta generazione, che dovrebbe entrare in servizio nel 2035, nella prima versione europea si chiamava ‘Tempest’ e a lungo termine dovrebbe sostituire l’attuale Eurofighter Typhoon. Sarà dotato delle armi più sofisticate, tra cui missili ipersonici, droni e cannoni laser. Le aziende italiane che parteciperanno sono Leonardo, Avio Aero, Elettronica e MBDA Italia. Il Tempest dovrebbe avere un costo di decine di miliardi di euro, ma non è dato sapere quanto spenderanno Regno Unito, Italia e Giappone. Quanto noi potremo/dovremo spendere.

“Tempest” volante e tempesta politica

Il caso del jet anglo-italo-nipponico è particolare. Perché fonde un progetto preesistente di Londra e di Roma (quello per l’ex Tempest), con un’iniziativa di Tokyo (Mitsubishi FX), che non è andata avanti per le allora resistenze della Casa Bianca. Gli americani non si fidano più di nessuno (neppure del Giappone), e quando si tratta di cedere tecnologia di ‘fascia alta’ o avionica particolarmente sofisticata, ormai alzano un muro. Non vogliono condividere i segreti dell’elettronica militare nemmeno con gli alleati più stretti. Per cui il Giappone, con un’inversione radicale, ha sposato il progetto europeo.

Inciampo Francia Germania

Che, in teoria, avrebbe un concorrente: un programma di costruzione per un altro caccia di ultima generazione studiato da Francia e Germania, in concorrenza non solo tecnica ma anche geopolitica con lo strapotere statunitense. Italia sempre allineata con Washington, mentre Parigi e Berlino dissidenti, litigano tra loro e non si sono ancora messi d’accordo sul progetto. Così gli spagnoli e gli svedesi, che avrebbero dovuto e voluto fare parte del consorzio, sono rimasti a mani vuote. Almeno per ora.

“Mentre il progetto euro-atlantico e indo-pacifico con benedizione Usa firmato dalla Meloni, invece, va avanti e, anzi, strada facendo, raccoglie nuovi simpatizzanti. Paesi che, vista la loro florida situazione dei bilanci pubblici, possono permettersi di spendere. Loro sì, noi forse no”.

Clienti imbarazzanti

L’Arabia Saudita ha chiesto ufficialmente di entrare nel consorzio con i suoi petrodollari. Inglesi e italiani sono d’accordo, ma il Giappone non tanto. Secondo Nikkei Asia, a Tokyo temono che imbarcare altri soci allungherebbe le procedure. E farebbe slittare i tempi programmati per la costruzione dei nuovi jet. E nell’Estremo oriente e nel Mar del Giappone, la nuova strategia di difesa sembra quella di potenziare le proprie forze, senza dover sempre e comunque fare affidamento sull’aiuto degli Stati Uniti. O forse, detto meglio, integrare il supporto Usa alleviandone gli oneri, con nuove armi di tasca nostra.

I vincoli nascosti e la paura

Tornando al peso geopolitico dell’accordo per l’Italia, basta citare le motivazioni con cui Rishi Sunak ha accompagnato la diffusione della notizia: «Il partenariato internazionale che abbiamo annunciato con Italia e Giappone mira a sottolineare che la sicurezza delle regioni euro-atlantiche e di quelle indo-pacifiche è indivisibile». Lettura strategica aglo-americana, col supporto di un utile frammento Ue.

«La prossima generazione di aerei da combattimento, proteggerà noi e i nostri alleati in tutto il mondo, sfruttando la forza della nostra industria della difesa all’avanguardia, creando posti di lavoro e salvando vite umane». Ma quest’ultimo richiamo ai caccia-bombardieri ‘che salvano vite umane”, Rishi Sunak avrebbe potuto risparmiarselo.

 

Articolo di Piero Orteca, dalla redazione di

29 Dicembre 2023