ASPETTANDO TAIWAN

DI MARIO PIAZZA

Mario Piazza

 

Con parecchio sforzo sono riuscito a smettere di sorridere davanti all’ingenuità, alla superficialità e a volte alla malafede dei sostenitori di Zelensky. Quelli che “c’è un aggressore e un aggredito”, quelli che chiamano Putin criminale di guerra dimenticandosi che le atrocità hanno sempre fatto parte di qualsiasi guerra e persino di molte missioni di pace, quelli che fanno partire la genesi del conflitto da dove gli viene più comodo.
Persino loro avranno notato come i lanci di droni in territorio russo infliggano alla Russia e all’odiato Putin lo stesso fastidio che provoca un tafano poggiandosi sul culo di un cavallo, giusto il disturbo di dover agitare la coda.
Purtroppo non stiamo parlando di una stalla e dei suoi cavalli ma di città come le nostre, e ogni volta che Putin agita la coda a morire non sono tafani ma Ucraini innocenti colpiti da droni e missili ben più potenti e precisi di quelli sparacchiati a casaccio sul territorio russo.
Ci vogliamo domandare, vista l’inutilità militare e politica di quei ridicoli lanci e il loro costo in vite umane per le puntuali rappresaglie, a cosa essi servano?
Si tratta oggettivamente di una campagna di marketing mirata ad assicurarsi la fedeltà di clienti e fornitori e ad incrementare il fatturato, peccato che Zelensky paghi i suoi spot non in denaro ma con le vite dei suoi connazionali, e più innocenti sono e più valgono.
Lo sto dicendo da quando è iniziata la guerra prendendo spesso insulti:
Da quelle parti di angeli non ce ne sono, soltanto demoni che gareggiano tra loro.