“NON POSSIAMO ACCOGLIERLI TUTTI!”

DI MARIO PIAZZA

 

Tra Roma e Tripoli ci sono 1600 chilometri, e siccome 1600 è molto meno di 2400 possiamo escludere che il problema sia la distanza.
Uno stupro è uno stupro a qualsiasi latitudine, come pure gli omicidi, le torture, i feriti e gli affamati abbandonati a se stessi. No, mi pare che neppure la ferocia dei criminali c’entri qualcosa.
Anche le fosse comuni sono tutte uguali. Chi muore viene trattato come carne marcia senza identità da seppellire in fretta e furia e che le buche vengano scavate nella sabbia del deserto o nella terra gelata mi pare proprio la stessa cosa.
Se ancora vogliamo chiamarci esseri umani dovremmo essere tutti d’accordo che chiunque fugga da questi orrori meriti la nostra pietà ma soprattutto il nostro aiuto. Guai a noi se non spalancassimo le nostre braccia, le nostre case, le nostre dispense e i nostri portafogli per i nostri simili che sono riusciti a sottrarsi a una morte orribile e alle infamie che la precedono.
E allora, santamadonna, se ci è rimasta una briciola di dignità dovremmo domandarci come mai alcuni arrivano in aereo o a bordo di pullman turistici e altri vengono lasciati annegare nel Mediterraneo o a crepare di freddo nelle foreste della Slovenia.
Forse è meglio non domandarselo perché vergognarsi non piace a nessuno e, stringi stringi, le differenze sono soltanto due:
La religione che alle vittime è toccata in sorte o, estrema ignominia per noi e non per loro, il colore della loro pelle.
A proposito… Buon Venerdì Santo.
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