IL TERMOMETRO

DI MARIO PIAZZA

Mario Piazza

 

Si sposta ma non si placa la polemica su quel cavolo di libro scritto dal generale, ora il problema non è più ciò che è accaduto ma il fatto che se ne sia parlato.
Dal banco degli imputati scendono l’autore e le nefandezze deliranti che ha scritto per lasciare il posto a Repubblica, agli altri media che hanno rilanciato la notizia e all’esercito di amanuensi che come me sui social hanno aperto e alimentato discussioni sulla faccenda.
Secondo alcuni la faccenda andava risolta nel silenzio in un tribunale civile o militare oppure appellandosi agli organi di controllo preposti al controllo del corretto uso dell’editoria, nella fattispecie la AGCOM, perché a parlarne si è ottenuto l’effetto contrario trasformando una cacca in un best seller e l’autore della maleodorante deiezione in una danarosa star che, udite udite, potrebbe persino finire in Parlamento.
E non basta, secondo i “silenziatori” parlandone i miserevoli cacciatori di like come me avrebbero ottenuto altri due effetti negativi in evidente contrasto tra loro, da una parte propiziando la diffusione dei deliri del generale in quella “maggioranza silenziosa” che senza il polverone non avrebbe mai trovato da sola una nefandezza in più da applaudire e dall’altra invece facendo una inutile pubblicità al generale perchè tanto che i paracadutisti siano fascisti lo sanno già tutti.
E’ tutto vero o quasi, ma la logica utilitaristica che sostiene questi discorsi a mio modo di vedere è aberrante quasi quanto i deliri del generale. Il compito dei media è uno e soltanto uno e cioè informare l’opinione pubblica di ciò che avviene nel modo più corretto possibile. Quello dell’opinione pubblica, lo dice la parola stessa, è di concorrere pubblicamente affinché quella opinione possa formarsi nel modo più esaustivo possibile e, almeno su questo siamo tutti d’accordo, i social hanno ormai da tempo sostituito i tavolini dei bar e i dibattiti nelle sezioni di partito.
Il silenzio, qualsiasi silenzio, è lo strumento, l’arma, l’amico, il complice di qualsiasi sistema antidemocratico e se anche davvero esistesse (e io credo che così non sia) quella maggioranza silenziosa pronta a sostenere le turpitudini enunciate dal generale prima ce ne rendiamo conto e meglio è per tutti.
Chi avrebbe preferito il silenzio non è tanto diverso da chi da la colpa al termometro perché ha la febbre alta.