MA DOVE E’ FINITA LA COERENZA? SE MAI C’E’ STATA…

DI GIANCARLO SELMI

Giancarlo Selmi

 

In politica la virtù che più dovrebbe essere premiata, sarebbe la coerenza.

E questo, seppur in modi diversi, avviene in tutti i paesi del mondo, con la doverosa esclusione di quelli governati da dittature, di quelli dove crescono spontaneamente cocchi e banane (e neanche tutti) e della nostra Italia, dove uno può affermare il tutto, avere successo, poi dire e fare il contrario, ma avere successo ugualmente e nonostante.
È il caso della “gioggia”, acerrima nemica, fino al settembre scorso, di accise, di oligarchie, di decisioni sovranazionali, di troika e governance europee, oggi sposata indissolubilmente a tutti gli ex nemici.
Amica di Trump, oggi di Biden.
Ieri “destra sociale”, oggi “asociale”.
Ieri “underdog”, oggi a caccia di posti di lavoro e ricche prebende per i suoi “famigliari”.
Ieri criticando Conte per i ritardi alle conferenze stampa, che pure c’erano, oggi evitando le conferenze stampa.
Ieri trasalendo per un pranzo, a Cortina, su un tavolino all’aperto di Conte, oggi pagando il misero conto di 10.000 euro al giorno, riservando per sé e per tutta la (ormai dorata) famiglia, una lussuosa masseria in Puglia.
Ma non è solo la “Giorgia” nazionale a tirare il carro delle facce somiglianti al fondoschiena, quella parte del corpo innominabile. C’è il solito Renzi, per il quale verrà resa sport olimpico la “giravolta”, ci sono i giornali di Elkann e tutto (o quasi) il PD.
Il successo del tema riguardante il “salario minimo”, i sondaggi, la caterva di firme a sostegno dell’iniziativa, ha consigliato a tutti di salire sul carro. E, nell’ennesimo tentativo di rendere simile la faccia al buco innominabile, anche quelli che, fino a poco tempo fa, cominciando dal “fumetto” più venduto in Italia, La Repubblica, insieme al suo partito di riferimento, il PD lettian-renziano, del salario minimo dicevano peste e corna.
Il tentativo, evidente quanto sconnesso, è quello di intestarsi la paternità della cosa e, va detto tenuta in conto la scarsa memoria degli “itagliani”, potrebbe anche avere successo. Ma, va ricordato, gli unici ad aver chiesto tale misura, ad aver presentato proposte di legge in tal senso, sono Giuseppe Conte ed il Movimento 5 Stelle.
Va ricordato che la misura fu inserita nei nove punti presentati da Conte a Draghi, il quale, con la complicità del PD e di Di Maio, con quei nove punti si pulì il buchetto innominabile. È destino che le cose proposte e fatte da Conte, tutte cancellate, vengano rivalutate dal tempo e dalla logica.
È destino che l’unico amico degli italiani dalla scomparsa di Berlinguer, l’unico che abbia detto e fatto cose nuove a vantaggio di una più equa distribuzione della ricchezza, venga oltraggiato inviso e combattuto dagli altri attori del sempre più rivoltante teatrino della politica.
Ed è scritto nel destino degli italiani non accorgersene, credere a giornalisti venduti ed applaudire i propri carnefici.