LA TASSA ALLE BANCHE SECONDO I RENZIANI

DI GIOACCHINO MUSUMECI

Gioacchino Musumeci

 

Marattin, autorevole e stentoreo come una lingua di Menelik, commenta la tassa, cioè il “ pucci pucci miao miao” del governo alle banche: “ Salvini sbaglia sui profitti bancari, l’intervento di Draghi su quelli energetici fu particolare e dovuto alla guerra”.

Salvini?
Se gli parli di tassi quello pensa agli animali ma il punto non è la paternità dell’idea, la follia sta nel tenore della critica renziana, una buccia di banana marcia su cui ironizzare non basterebbe ma per il momento accontentiamoci.
Proprio come vaticinava Draghi, sulle cui predizioni da baraccone bisognerebbe soffermarsi maggiormente ma oggi eviteremo, la Russia, dopo il sequestro dei capitali esteri in dollari è fallita, dunque la guerra, secondo Marattin, è finita da un pezzo e non è più tempo di interventi particolari.
Ciò naturalmente a meno che certi “interventi” non siano appannaggio della BCE, distintasi come la Fed coi vari aumenti dei tassi di interesse (ovverosia una gigantesca fregatura per i cittadini). E perché la BCE fa queste operazioni da sodomita? Proprio perché, a detta di certi luminari di economia (Draghi in testa) le congiunture economiche sono particolarissime e “obbligano” interventi distruttivi per le economie dell’area euro.
In altre parole, cari concittadini, l’esegesi della tassa è semplice: gli eventi sono più che particolari per aumentare il costo del denaro, giocoforza tassare noi e far guadagnare le banche.
Nello stesso momento i tempi non sono abbastanza particolari per tassare i profitti delle banche come si dovrebbe, farlo è peccato mortale.